Essere fecondi grazie all’intimità con Dio
Nella liturgia di questa domenica sono protagoniste tre donne, tra loro diverse ma tutte capaci di fecondità: Sara, moglie di Abramo (I lettura), Maria e Marta (Vangelo), sorelle di Lazzaro (Giovanni 11). Le letture insegnano che “abitare nella tenda del Signore” (Salmo 14, responsorio), vivere in intimità con Lui, accogliere la sua amicizia significa trovare “unità” nelle molteplici dimensioni della nostra quotidianità, essere in Lui “perfetti” e generativi.
Nella vita di ogni cristiano, alter Christus, è ogni giorno “manifestata” “in mezzo alle genti” “la gloriosa ricchezza di questo mistero”: “Cristo in noi, speranza della gloria” (II lettura). Quale sublime vocazione! In me, in te, in ogni battezzato, per grazia abita Dio (cfr. Galati 2,20), che in noi agisce operando meraviglie “perché il mondo creda”, “perché tutti siano uno” (Giovanni 17,21).
La salvezza si manifesta in Abramo e Sara, coppia benedetta e “visitata” da Dio Trinità: mentre il patriarca “siede all’ingresso della tenda”, affaticato dal caldo e sfiduciato dal protrarsi dell’attesa di un figlio promesso da Dio e mai arrivato (c’era Ismaele, ma non era un figlio di Sara!), compaiono “tre uomini”: Abramo riconosce che è Dio, si prostra, chiede al Signore di rimanere con lui, lo onora con ogni mezzo di cui dispone; coinvolge Sara, sua moglie, perché insieme, uomo e donna, adorino il Signore a immagine del quale sono fatti. […] CONTINUA SU FAMIGLIA CRISTIANA
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