Laura Paladino – Commento al Vangelo del 15 Gennaio 2023

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Santificati e santi per chiamata

Il Signore Gesù, generato della stessa sostanza del Padre prima di ogni creatura, Dio eterno, è la Salvezza venuta nel mondo e attesa da tutta la Storia: il Padre, al momento dell’immersione nel Giordano, lo ha indicato come Figlio Amato, Suo compiacimento.

Tutti siamo chiamati in Lui alla stessa eredità, figli nel Figlio, amati nell’Amato; la Verità grande della nostra vocazione all’eternità, alla Vita piena e abbondante del Padre, è ribadita oggi in tutta la liturgia ed esplicitata nelle parole di Paolo (II lettura), che si rivolge a una comunità cristiana difficile, quella che viveva nell’importante città portuale greca di Corinto: egli si dice «chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio» e scrive, nell’incipit di 1Corinzi, che leggiamo oggi, «a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata insieme a tutti quelli che, in ogni luogo, invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo».

Paolo scrive dunque a ogni cristiano, di ogni tempo, e lo dichiara «santo per chiamata»: non noi abbiamo scelto Gesù, ma Lui ha scelto noi perché andiamo e portiamo frutto (cfr. Giovanni 15,16); la missione di santità che ciascuno di noi ha ricevuto è unica e irripetibile, contigua a quella del Cristo, del quale siamo chiamati a completare nella nostra carne i patimenti (cfr. Colossesi 1,24).

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Le Letture, mentre parlano di Gesù, l’Amato, in controluce parlano di noi, figli amati, della nostra luminosa e gloriosa vocazione: vale anche per noi quanto nella I lettura (Isaia) si dice di Israele, «sul quale» il Signore assicura che «manifesterà la Sua Gloria», ci «ha plasmati suoi servi dal seno materno per ricondurre a Lui» il Suo popolo; ci «renderà Luce delle nazioni per portare la Sua salvezza fino alle estremità della terra». […]

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