Cercare il vero volto di Dio
La II domenica di Quaresima ci colloca con Gesù “sul monte”: in disparte come già “nel deserto”, accompagnati dalla Chiesa apostolica (Pietro, Giacomo e Giovanni) e dalle Scritture (Mosè ed Elia), siamo chiamati a stare in intimità con il Figlio e a contemplare in Lui il volto di Dio. La Trasfigurazione è anticipo della gloria di Cristo: è concreta espressione della grande benedizione che in Gesù, l’Amato, è elargita a ogni essere umano, la stessa pronunciata su Abramo al principio della storia del popolo eletto (prima lettura).
La promessa di vita senza fine che Dio rivolge ai suoi figli passa per il suo volto: Egli ci guarda e ci vede buoni, fin dalle origini, e il nostro peccato non può scalfire il suo sguardo di amore a noi rivolto dal principio della creazione. Ogni vita umana è sacra fin dai suoi albori, creata a immagine e somiglianza di Dio, chiamata a partecipare della stessa gloria del Figlio.
È quanto “con le lacrime agli occhi”, mentre invita a comportarsi in modo degno della fede in Gesù e non da pagani, san Paolo ripete ai Filippesi (seconda lettura): «La nostra cittadinanza è nei Cieli», il Salvatore «trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che Egli ha di sottomettere a sé tutte le cose». Dio è il Signore della storia; Lui, che ha tratto vita dal grembo di Sara e ha dato a lei e ad Abramo una discendenza innumerevole come le stelle, che ha resuscitato il Figlio dalla morte, è luce e salvezza: così professa il salmista, mentre invita a cercare il volto di Dio.
I tre apostoli vivono un’esperienza mistica: in un momento di particolare predilezione da parte del Maestro, immersi nel suo legame di amore con il Padre (il volto di Gesù cambia di aspetto davanti a loro “mentre prega”), vedono la sua gloria e comprendono in modo inequivocabile che Egli è Dio.[…]
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