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Laura Paladino – Commento al Vangelo del 12 Maggio 2024

Domenica 12 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 16, 15-20

Inviati ad annunciare la pienezza di Cristo

Il Mistero dell’Ascensione, grande solennità della Chiesa che si colloca, secondo le testimonianze scritturistiche, a quaranta giorni dalla Risurrezione del Signore, è al centro dell’intera liturgia di oggi: la I lettura (Atti 1) e il Vangelo (Marco 16) ci narrano l’evento storico che celebriamo e, insieme al Responsorio (Salmo 46) e alla II lettura (Efesini 4), ce ne offrono l’orizzonte teologico: può presentarsi la tentazione di vivere questo giorno come un distacco doloroso, dal momento che, con oggi, si compie il tempo storico di Gesù, Dio Figlio, che è il tempo dei Vangeli, il secondo momento della Rivelazione biblica dopo il primo momento, il tempo di Dio Padre, che si è dispiegato nell’Antico  Testamento. 

Questa tentazione viene da una cecità che solo Gesù può guarire: non è un caso che il Maestro, nell’epilogo del Vangelo di Marco, «rimproveri gli Undici per la loro incredulità», che è, propriamente, “cecità” e «durezza del cuore», eppure rinnovi su di loro la sua predilezione, inviandoli «in tutto il mondo per proclamare il Vangelo ad ogni creatura» e mettendo nelle loro mani i tesori della salvezza (Marco 16,14-16).

Lungi dal cedere allo scoramento della quotidianità, il salmista ci invita a cogliere la Promessa di compimento che, nonostante la fatica della sofferenza e della morte, oltre tutte le nostre infedeltà, si esprime in questa VII Domenica di Pasqua: «Battete le mani, acclamate Dio con voci di gioia»; Egli «ascende tra le acclamazioni» quale «Re di tutta la terra» (Salmo 46)!

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L’esegesi paolina ci fa comprendere il significato profondo di questa festa: «Che cosa significa che è asceso, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? […]

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