Laura Paladino – Commento al Vangelo del 12 Febbraio 2023

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Custodire il cuore nell’amore di Dio

Prosegue l’insegnamento di Gesù alle folle. Ci troviamo «sulla montagna», luogo teologico ove Matteo colloca eventi significativi: oltre al Discorso che ascoltiamo in queste settimane, «sul monte» avvengono le tentazioni (4,8), la trasfigurazione (17,1), momenti di fervente preghiera (14,23), l’invio per la missione dopo la Risurrezione (28,16). La montagna evoca, nella tradizione biblica cui Matteo si richiama esplicitamente, la santità e la presenza di Dio (cfr. Salmi 2,6. 3,5. 48,2-3. 68,17): «sul monte» si innalza la «casa del Signore» e ogni credente desidera tornarvi, salirvi e dimorarvi (cfr. Salmo 15,1.24,3.43,3-4).

Nel deserto, durante il cammino del popolo prediletto, salvato dalla schiavitù dell’Egitto, verso la Terra Promessa, Dio si rivela a Mosè «sul monte» Sinai e consegna la sua Alleanza, culminante nelle Dieci Parole: non si tratta di un arido insieme di prescrizioni e norme, ma della Parola amante di un Dio amico e vicino, che è Padre, Figlio e Fratello, che è Spirito vivificante, Vita, Vivente che dà la Vita. Attorno alla “Legge”, dono di Dio, ruota la liturgia di queste due ultime domeniche prima della Quaresima: Gesù, il vero e unico Maestro, preconizzato da tutte le figure messianiche dell’Antico Testamento, commenta il cosiddetto “codice dell’Alleanza” e manifesta che esso è finalmente pieno proprio nella sua persona, perché Lui è il compimento delle Promesse.

Egli non è «venuto ad abolire la Legge e i Profeti», ma a rivelarne il senso e la sapienza profondi, prima nascosti (1Corinzi 2, II lettura): si ripete molte volte in questo passo la locuzione «Avete inteso che fu detto… ma io vi dico», con cui Gesù esamina diverse norme della Torah per chiarirne la portata. Dio ci ammaestra nella nostra libertà: ci «ha posto davanti fuoco e acqua», «la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. […]

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