Laura Paladino – Commento al Vangelo del 11 Dicembre 2022

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Il Signore viene: si rallegra il deserto

Al centro dell’Avvento la Chiesa colloca la Domenica Gaudete: i sacerdoti celebranti, solo in questo giorno (III Avvento) e nella Domenica Laetare (IV Quaresima), in luogo del viola che caratterizza i tempi forti di conversione possono indossare un rosaceo che, nel contesto di tali tempi, evoca la speciale dimensione di gioia e di speranza. Risuona forte in queste giornate, a metà del cammino, l’invito a rallegrarsi e a proseguire con rinnovato vigore.

Il Signore è vicino, il suo Avvento è Vita piena e abbondante: «Gioisca il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Fuggiranno tristezza e pianto. Egli viene a salvarci: si apriranno gli occhi dei ciechi, si schiuderanno gli orecchi dei sordi; lo zoppo salterà e griderà di gioia il muto. Ritorneranno i riscattati dal Signore con giubilo: felicità perenne splenderà sul loro capo» (I Lettura, Isaia).

Tutta la liturgia mette in luce che l’Avvento del Signore significa per ciascuno la liberazione dal male e dalle sofferenze fisiche, spirituali, sociali: Dio «ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, protegge lo straniero, sostiene l’orfano e la vedova ma sconvolge le vie degli empi» (Salmo 145, Responsorio). Gesù, nel Vangelo, ribadisce questi temi, mostrando come in Lui si compiano le profezie cristologiche contenute nell’Antico Testamento: «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo».

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È giunta l’era messianica, nella quale si realizzano la pace e la giustizia autentiche: Gesù è «Colui che deve venire», atteso da tutte le Scritture. Egli rinnova il mondo, porta la pace, annuncia la liberazione, distrugge il male. […]

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