Correzione fraterna e carità
Le letture insistono sulla necessità di vivere nell’Amore autentico, ricordandoci che non c’è amore senza perdono e, allo stesso modo, non c’è amore senza verità.
Edith Stein, patrona d’Europa, così ammoniva: «Non accettate come verità niente che sia privo di amore; e non accettate come amore niente che sia privo di verità»; e don Alberione invitava a fare a tutti la “carità della Verità”, perché Dio è Carità ed è Verità, in Lui non c’è tenebra dell’errore e del male: l’Amore, che è «la carità, non fa alcun male al prossimo ed è pienezza della Legge», chiarisce san Paolo ai Romani (II lettura); è l’Amore autentico che ci sprona a non tacere ciò che è male e a contribuire a illuminare la strada, perché ciascuno possa vedere chiaramente, anche grazie alla nostra presenza fraterna e amica, ciò che è bene e ciò che è male e discernere che cosa vuole il Signore.
Siamo chiamati a essere «sentinelle» per il mondo, come il profeta Ezechiele «per la casa di Israele»: forti di una Parola che non è nostra e che ci precede, una Parola di Amore che tutto ha creato e tutto tiene in vita, una Parola che ha cura di ogni creatura e verso ciascuna si china con amorevole misericordia, anche noi siamo chiamati, nel Battesimo, a essere sacerdoti, re e profeti, ad annunciare ad alta voce il Bene e a non tacere il male che vediamo. […]
- Pubblicità -
CONTINUA SU FAMIGLIA CRISTIANA