Laura Paladino – Commento al Vangelo del 1 Ottobre 2023

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Percorrere la via della rettitudine

La parabola di oggi, conservata solo in Matteo, recupera elementi che si rintracciano negli altri evangelisti e nella tradizione israelitica (la presenza di un padre e di due figli dal comportamento differente, cfr. Luca 15; l’uso di formule rabbiniche e della modalità dialogica, prediletta dai maestri del tempo; l’immagine della vigna, che definisce il popolo di Dio), li raccorda in modo nuovo e invita così al pentimento sincero, preludio della conversione, che colloca sulla via retta e fa camminare incontro al Signore.

Qui, come al momento del Battesimo del Giordano, il tema della giustizia compare nuovamente in rapporto alla figura del precursore, che ha indicato al popolo, immerso nelle tenebre, la «pienezza dei tempi» e l’avvicinarsi della luce nuova della salvezza, attesa da tutte le Scritture.

Gesù è «nel tempio a insegnare» e ha una discussione con «capi dei sacerdoti e anziani», che davanti a tutti lo hanno interrogato sull’origine della sua autorità; il Maestro, invece di rispondere, conoscendo le loro vere intenzioni ha chiesto da dove provenisse il battesimo di Giovanni ed essi, «per paura della folla», hanno detto di non saperlo (cfr. Matteo 21,23-27).

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È evidente la cattiva fede degli interlocutori, che si sentono superiori a tutti e forti di un diritto ereditario: a loro interessa solo conservare i propri privilegi e mettere Gesù in cattiva luce, non vogliono conoscere la Verità del Cristo e convertirsi a Dio attraverso il pentimento sincero e la giustizia predicata dal Battista, quella che impone a ciascuno, che tutto ha ricevuto da Dio, di prodigarsi a sua volta verso tutti, senza differenze e senza risparmiarsi. […]

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