“Ore Ru”, nell’antica lingua guaranì, largamente parlata in Paraguay ancora oggi, significa Padre Nostro. Ed è anche il titolo del film documentario prodotto a partire dal viaggio di papa Francesco nel paese sudamericano del mese di luglio, senza dubbio l’avvenimento più importante del 2015. Il Papa chiese ai paraguayani di impararlo a memoria e recitarlo nel corso della visita, come omaggio all’eredità culturale e religiosa della Compagnia di Gesù in territorio guaranì. Il film riflette la grande ripercussione che il viaggio del Papa ha avuto nel paese. E’ stato distribuito nelle principali sale cinematografiche di Asunción e in una settimana è diventata una delle produzioni paraguayane di maggior successo. Le aspettative dei produttori Juan Carlos Maneglia e Tana Schémbori, e del direttore, il giovane Armando Aquino sono state superate. L’incasso ha già una destinazione: le persone che hanno ispirato le quattro storie di vita che formano il tessuto del film. Quella di Gaby, una bimba di 13 anni oriunda del Bañado Norte sulla costa di Asunción colpita da una grave inondazione che fa di tutto per proseguire gli studi finché la si vede ottenere la laurea di avvocata. La storia drammatica di Mafe, María Fernanda Buffa per esteso, malata di cancro, con il sogno – finalmente realizzato – di ricevere la benedizione del Papa, e quella di Tati (Tatiana Gabaglio), che a 7 anni è stata al bordo della morte nel supermercato di Asunción dove nel 2004 sono decedute 400 persone in un incendio. Per terminare con Margarita Mbyguangi, leader indigena, che con altre donne paraguayane si è dedicata a scrivere un quaderno sulla situazione dei popoli originari del Paraguay.
[ads2]Le frasi più popolari. Nel corso del film si ascoltano dei frammenti originali dalla voce del Papa, frasi che sono diventate memorabili per l’orecchio del paraguayani come quando ha detto ai giovani: “Non abbiate paura di dare tutto in campo, giocate pulito con tutto voi stessi. Non abbiate paura di dare il meglio di voi. Non cercate accomodamenti per evitare la stanchezza, la lotta. Non corrompete l’arbitro”, “i poveri hanno molto da insegnarci, in umanità, bontà, sacrificio, solidarietà”. Indimenticabili le parole rivolte alle donne del Paraguay nella messa celebrata nel santuario nazionale di Caacupé: “Voi donne e madri paraguayane avete saputo risollevare un paese travolto dalla guerra. Voi possedete la genetica di quelle donne che hanno ricostruito la vita assieme a Maria. Anno vissuto situazioni molto difficili. Voi, spinte e sostenute dalla Madonna avete continuato a credere. Dio benedica la donna paraguaiana, la più gloriosa d’America”.
Le lacrime del presidente. L’avant-premiere di “Ore Ru” è stata vista anche dal presidente del Paraguay Horacio Cartes che si è visibilmente commosso. Ha poi fatto riferimento alla lotta di Mafe, che muore poche settimane dopo aver ricevuto la benedizione del Papa. Cartes ha ricordato la sucessione dei fatti. “Ha cercato in tutti i modi di avvicinarsi a Sua Santità e non ci è riuscita. Ho proposto che andasse all’aeroporto e lì c’è stato (l’incontro con il Papa) quando ce ne stavamo andando. Gli ho detto: «“Santità c’è una bimba malata di cancro che l’ha cercata da tutte le parti e non ha potuto avvicinarsi”. “Dov’è?”, mi ha chiesto. “E’ dietro” e ci siamo voltati».
L’arcivescovo di Asunción Edmundo Valenzuela, anch’egli presente all’avant-premiere di “Ore Ru”, ha affermato al termine della proiezione che il film “ha saputo esprimere il sentimento del popolo paraguayano e il suo incontro con Dio attraverso Papa Francesco”. Il nunzio apostolico Mons. Eliseo Ariotti ha preso l’impegno di far arrivare una copia del film a Papa Francesco.