La Santa Sede sta “concludendo un accordo con Facebook grazie al quale in 44 Paesi dell’Africa si potrà potrà ricevere in maniera semplice il messaggio del Papa”. Lo ha anticipato monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento stamattina, a Roma, al Comitato dei presidenti e delegati del Copercom, illustrando alcune novità del processo di riforma dei media vaticani.
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“La comunicazione di Papa Francesco interroga la Chiesa italiana, i media cattolici, le associazioni e i movimenti”: è partito da questo spunto il Comitato dei presidenti e delegati del Copercom, che si è svolto giovedì 13 ottobre, a Roma. “Si usano termini quali riforma o rivoluzione in riferimento ai cambiamenti in atto nella comunicazione vaticana, ma è più giusto usare il termine processo come evocato da Papa Francesco per spiegare quanto avviene nella comunicazione globale della Chiesa”, ha subito fatto notare Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom, aprendo i lavori.
All’incontro è intervenuto monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della comunicazione della Santa Sede (nella foto al centro), che, riprendendo quanto osservato dal presidente del Copercom, ha chiarito che la migliore formula da utilizzare è “processo di riforma della comunicazione vaticana”. Ripercorrendo le varie tappe di questo processo, monsignor Viganò ha evidenziato l’importanza di arrivare a “un progetto di comunicazione consono al nostro mondo”. Un progetto, ha ribadito, che “riguarda la Santa Sede e non le Chiese locali”, anche se si tratta di “aspetti e meccanismi mediali che interrogano tutti”.
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“È possibile avere una comunicazione più adeguata della Santa Sede? È possibile una riforma senza licenziare personale? È possibile avere una riduzione dei costi?”. Sono queste le domande da cui si è partiti per progettare la riforma dei media vaticani. Lo ha spiegato stamattina monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento, a Roma, al Comitato dei presidenti e delegati del Copercom. “Il criterio apostolico – ha evidenziato monsignor Viganò – non significa buttare i soldi, ma trasformare i costi in investimenti”.
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