Nino, Marco e Francesco sono tre monaci che hanno deciso di vivere senza sconti la regola di San Benedetto in un piccolo eremo nell’Appennino Tosco-Emiliano. Le loro giornate sono fatte di preghiera comune, preghiera personale, lavoro, studio delle sacre scritture e dell’arte. La letteratura ha un posto importante nella loro formazione umana, culturale e spirituale. Marco, il più giovane dei tre, mi ha concesso questa breve intervista video (5′:57″) sul suo rapporto con la parola poetica. Essa, a quanto pare, è indispensabile per entrare nel cuore dell’Uomo, il luogo in cui si cela l’Essere che un monaco desidera contemplare. Il monaco, come ogni altro “cacciatore di Dio”, sa che la sua preda va scovata nella selva della Storia, nella giungla delle contraddizioni di ciascuna persona, nel groviglio di esperienze che scaturiscono dal corto circuito tra il desiderio di peccato e il desiderio di redenzione. Come entra, dunque, la letteratura nella vita di un monaco?
Fonte: BombaCarta – a cura di Stas’ Gawronski
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