A prima vista il rifiuto degli invitati ha delle ragionevoli giustificazioni, come il lavoro e la famiglia. E tuttavia il giudizio di Gesù non prevede sconti. Un giudizio che appare fin troppo severo per i nostri gusti.
In fondo, chi rifiuta l’invito non sceglie il peccato, non si oppone a Dio, ma ritiene che i suoi impegni siano più importanti. Eppure sarebbe come dire: Grazie, ma abbiamo già tutto quello che serve per essere felici, non abbiamo bisogno di Te.
“Io non sono tanto preoccupato dei cristiani non praticanti ma dei praticanti che non sono cristiani”, diceva un parroco. Beati quelli che accoglieranno il suo invito. Chiediamo la grazia di essere tra questi.
A cura di fra Simone dal suo canale Telegram (https://t.me/centoparole)
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