ยซDa sempre la storia umana ne ha riconosciuto il potere โ parola che trasforma e guarisce, ma anche immobilizza e ferisce -, al punto da elaborare vere e proprie strategie per irregimentarla e tenerla, se possibile, sotto controllo. Ed รจ paradossale che, proprio nel tempo in cui la comunicazione si moltiplica e tocca ogni sfera della vita, la parola umana subisce, in realtร , un vero e proprio esilio, unโincapacitร a essere utilizzata con lโessenzialitร e la forza che essa possiedeยป.
Sommario
- Introduzione.
- I. Parole vuote, parole piene.
- II. Parola che fa eguali.
- III. Parola che distrae.
- IV. Parola
che forma. - V. Parola che informa.
- VI. Parola che incanta, accarezza e guarisce.
- VII. Parola che annuncia
- Conclusione
La lettera si apre con tre ยซdedicheยป, messe lรฌ come una sorta di chiave di lettura: un versetto dellโevangelista Luca (4,32) che testimonia come Gesรน parlasse ยซcon autoritร ยป, la celebre frase di don Milani ยซLa lingua fa egualiยป e una lirica di un Mario Luzi, dal titolo emblematico: ยซVola alta, parolaยป.
NellโIntroduzione si spiega ยซil perchรฉ di questa letteraยป e se ne anticipa il percorso. Seguono otto capitoli e una breve conclusione. In Parole vuote, parole piene si riflette sulla ยซcrisiยป della parola al tempo dei social e nello stesso tempo della sua importanza. In Parola che fa eguali si rilancia quel ยซridare la parola ai poveriยป che costituisce il carisma di don Lorenzo Milani. Nel capitolo Parola che distrae si denuncia con accenti milaniani quella che viene definita lโยซeresia del secoloยป, ovvero la ยซstrategia della distrazioneยป che non risparmia nemmeno i sacerdoti. Parola che forma si occupa invece dellโeducazione ยซuno degli obiettivi indubbiamente piรน alti che lโessere umano รจ chiamato a raggiungere per mezzo della parolaยป. Segue un capitolo su Parola che informa ponendo lโaccento soprattutto sulle ยซfake newsยป. Parola che incanta, accarezza e guarisce รจ sulla ยซparola della bellezzaยป, quella della poesia e dellโarte, oltre che degli affetti. Parola che annuncia riflette infine sullโannuncio cristiano con il ยซrischio delle โparole irrealiโยป e un invito a comunicare la gioia nello stile della misericordia.
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DALLโINTRODUZIONE:
ยซร ancora viva nella nostra memoria lโeco della visita a Barbiana di papa Francesco, in occasione del 50ยฐ anniversario della morte di don Lorenzo Milani, della cui esperienza e del cui insegnamento i Vescovi toscani amano fare tesoro. Tra i molti temi sui quali il Priore di Barbiana si รจ soffermato, a noi preme particolarmente riportare allโattenzione la sua acuta riflessione sul primato della comunicazione e sul valore della parola. Da sempre la storia umana ne ha riconosciuto il potere โ parola che trasforma e guarisce, ma anche immobilizza e ferisce โ, al punto da elaborare vere e proprie strategie per irregimentarla e tenerla, se possibile, sotto controllo. Ed รจ paradossale che, proprio nel tempo in cui la comunicazione si moltiplica e tocca ogni sfera della vita, la parola umana subisce, in realtร , un vero e proprio esilio, unโincapacitร a essere utilizzata con lโessenzialitร e la forza che essa possiede (โฆ)
Ecco, dunque, il senso di questa lettera che vuole essere, da un lato, un appello per non dimenticare il fascino della parola che รจ tra i principali strumenti che rendono possibile la comunicazione umana. E, dallโaltro, un invito a metterci in cerca di quelle parole nuove โ magari antiche, ma riscoperte nel loro senso piรน profondo e nascosto โ che ci aiutino a illuminare il futuro verso il quale ci muoviamo e che, di fatto, รจ sconosciuto perchรฉ inedito, vale a dire ancora non raccontato.ยป
DALLA CONCLUSIONE:
ยซGiunti alla conclusione della nostra riflessione sulla forza della parola, ci rendiamo conto di avere, per cosรฌ dire, solo alzato il velo su una questione di grandissimo rilievo e che continuerร a sfidarci per molti anni a venire. In effetti, come annunciato nellโintroduzione, a noi premeva soprattutto attirare lโattenzione su questo tema cruciale, provando, in qualche modo, a saldare il debito di riconoscenza che le nostre Chiese, in Toscana e non solo, hanno accumulato nei confronti dellโespeยญrienยญza e dellโinsegnamento di don Lorenzo Milani.
In una lettera alla madre, con espressioni molto colorite, lโallora cappellano di S. Donato a Calenzano le confidava di essere certo di aver acceso cosรฌ tante cariche di esplosivo con le proprie riflessioni che ยซnon smetteranno di scoppiettare per almeno cinquantโanniยป. A mezzo secolo dalla sua morte, non possiamo che confermare quella profezia, riconoscendovi una provvidenziale benedizione e un forte invito a tenere almeno vivi quegli interrogativi e quelle provocazioni.
Il nostro auspicio รจ che questa lettera possa aiutare le nostre comunitร a prendere maggiore coscienza del valore della parola e della ingente responsabilitร che ce ne รจ stata affidata proprio come uditori e discepoli della Parola. La beata vergine Maria, nel cui grembo il Verbo si รจ fatto carne e che i nostri popoli da sempre venerano come Annunziata, interceda per noi e ci aiuti a rimanere fedeli al Vangelo e a non tradirne la forza di liberazione e di trasformazioneยป.