Cosa รจ la comunione fraterna? Un puro ideale o una realtร pienamente raggiungibile? Succede che spesso si parla di quello che meno si vive, mentre quando un valore รจ vissuto non si sente il bisogno di parlarne, poichรฉ si vedono giร gli effetti. Le Costituzioni dellโOrdine dei Servi presentano diversi passaggi in cui si espone il valore della comunione e il modo di viverla; basterebbe riprendere le Costituzioni, ma per renderle attuabili bisogna andare alla fonte, che รจ il Vangelo di Gesรน e alla luce della sua parola comprendere cosa significa creare comunione e viverla in modo fraterno.
Un grande equivoco da superare anche quando si tratta il tema della comunione รจ quello di intenderla come omogeneitร , lโessere conformi a un pensiero unico prestabilito e applicare le sue modalitร in maniera uniforme, nel senso che tutti la pensino allo stesso modo e agiscano in maniera uguale. Ora tale idea di comunione sembra impossibile da raggiungere e quando si cercano le cause di tale disagio รจ solito alludere allโepisodio biblico di Babele (Gn 11,1-9), visto come qualcosa di estremamente negativo; tanto che il termine ยซBabeleยป รจ passato ad essere sinonimo di ยซconfusioneยป, seppur in ebraico il verbo che si applica a quel nome ha il significato di ยซmischiareยป, quale effetto che il Signore fece di ยซmischiareยป le labbra/ lingue di tutta la terra. Nei vocabolari biblici lโepisodio di Babele si interpreta come esempio di arroganza, e il racconto normalmente si interpreta come il castigo a quelli che tentano lโassalto del cielo mediante una torre (ziggurat), quale macchina di assedio a Dio. I cospiratori vengono dispersi e lโunitร della loro lingua distrutta.1
Si puรฒ fare una lettura diversa del testo biblico su Babele e comprendere in modo piรน corretto il suo significato? Bisogna considerare Babele come lโopposto della Pentecoste?
Nella festa di Pentecoste del 28/5/2012 il papa Benedetto XVI affermava che ยซLa Pentecoste รจ la festa dellโunione, della comprensione e della comunione umana e si contrappone a Babele, dove lโuomo vuole fare a meno di Dio, diventando sempre meno capace di amare e, dunque, sempre meno uomoยป. Secondo Ratzinger il problema di Babele รจ perdere la capacitร di accordarsi, di capirsi e di operare insieme, ma รจ di questo di cui parla il testo biblico?.. La Pentecoste invece presenta il fatto dellโunitร come dono dello Spirito; il papa emerito riprendeva il significato della Pentecoste quale capacitร ยซnuovaยป di comunicare e, quindi, di trasformazione.
Non รจ che con la Pentecoste si siano superate le divisioni e le estraneitร , anche allโinterno delle chiese stesse, bensรฌ si รจ manifestata la possibilitร di unitร e di comprensione. Pentecoste quindi non come un punto di partenza ma di arrivo; non si tratta di guardare con nostalgia alla Pentecoste di 2000 anni fa, con invidia dei primi discepoli ma di porsi nello stesso atteggiamento di apertura e di accoglienza dello Spirito per poter costruire una comunione salda, fraterna, superando progressivamente ogni forma di divisione.
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Quindi Babele e Pentecoste, non piรน in aperta contrapposizione, ma quale tappe di un processo nella storia in cui si cammina verso un modo di comunione dove la diversitร e la ricchezza di ogni cultura e gruppo umano (societร multietnica e multiculturale) siano garantite. In entrambi episodi biblici, immagine di ciรฒ che nella realtร umana accade ed รจ constatabile, si percepisce lโazione di Dio a favore dellโessere umano. In questo senso Babele e Pentecoste hanno un punto in comune: Dio non lascia mai lโessere umano in preda ai suoi limiti, ma si fa presente e interviene in modo che lo sviluppo umano prosegua il suo corso verso il suo traguardo di pienezza.
*Lโepisodio di Babele (Gn 11,1-9)
Nella Genesi lโepisodio di Babele รจ collocato tra lโalleanza che Dio stabilisce con Noรจ, dopo il diluvio, e dopo avere benedetto lui e suoi figli: ยซSiate fecondi e moltiplicatevi e riempite tutta la terraยป (Gn 9,1-1), e la vocazione di Abramo, con la benedizione divina: ยซFarรฒ di te un grande popolo e ti benedirรฒ, renderรฒ grande il tuo nomee diventerai una benedizioneยป (Gn 12,2). Due grandi storie e due grandi patriarchi, e in mezzo ad esse, quale parentesi strana, lโepisodio breve di Babele:
Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dallโoriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero lโun lโaltro: โVenite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuocoโ. Il mattone servรฌ loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: โVenite, costruiamoci una cittร e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terraโ. Ma il Signore scese a vedere la cittร e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: โEcco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo รจ lโinizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarร loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perchรฉ non comprendano piรน lโuno la lingua dellโaltroโ. Il Signore li disperse di lร su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la cittร . Per questo la si chiamรฒ Babele, perchรฉ lร il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di lร il Signore li disperse su tutta la terra.
Il racconto inizia ricordando come la terra, in passato, avesse una sola lingua e come una emigrazione dallโOriente portรฒ un gruppo di uomini nella pianura di Sennaar (Mesopotamia), che si stabilirono e decisero di costruire una cittร e una torre e di farsi cosรฌ un nome per non disperdersi su tutta la terra. Lโintenzione era quella di affermarsi come gruppo, servendosi del fatto dellโuniformitร linguistica, ed essere riconosciuti da tutti tramite la loro potenza (fare mattoni / cuocerli / costruire cittร e torre / toccare il cielo).
Allโintenzione degli uomini di voler salire in alto, Dio decide di ยซscendereยป per vedere sia la cittร sia la torre con la quale poter toccare il cielo. Lโazione di scendere (ripetuta per due volte) dimostra una volontร di rendersi vicino agli uomini (come ha giร dimostrato mediante lโalleanza con Noรจ e poi con Abramo). Non un Dio risentito o geloso che interviene per bloccare e punire i progetti umani, ma un Dio che abbatte le barriere, che risparmia agli uomini sforzi inutili (costruire la torre) e che cerca di dissuaderli dei pericoli a cui vanno incontro (toccare il cielo / farsi un nome). Per cui il confondere / mischiare la loro lingua altro non รจ che lโaiuto per uscire da una situazione che impedisce la costruzione di una realtร veramente umana. Abbandonare progetti ยซtotalitariยป / ยซegemoniciยป / ยซomologantiยป dove il pensiero unico (una sola lingua) domina la vita del gruppo e si oppone ad ogni forma di diversitร e di dissenso, rende possibile lo sviluppo umano e la crescita salutare della societร .
Alla povertร di una sola lingua e al pericolo di bloccare la ricchezza e la potenzialitร dellโespressione umana, Dio interviene con la diversitร delle lingue e costringe allโessere umano di imparare / accogliere lโaltro per capirsi. Non รจ possibile la comprensione tra le persone se non mediante lโaccoglienza dellโaltro e la volontร di imparare gli uni dagli altri.2.
Dopo il ยซconfondere / mischiareยป le lingue, segue la dispersione, come Dio aveva giร proposto a Noรฉ, di crescere e di riempire tutta la terra, lo sviluppo umano avviene cosi, mettendosi in cammino e incontrando gli altri, non costruendo torri per salire in alto dove non vi abita nessuno!
Come afferma il noto filosofo trentino M. Farina: ยซUn Dio amante della diversitร , della molteplicitร , della ricchezza di esperienza, legata alle diverse culture, razze, tradizioni, perfino alle diverse forme dellโinvocazione con cui gli uomini si rivolgono a lui: questa รจ lโimmagine che si puรฒ estrapolare dal mitico racconto della torre di Babele ยป.3
* Lโambizione di potere e lโimpossibilitร di capire la Parola
Lโostacolo ad essere testimoni della buona notizia del Regno e a creare dialogo / comunione con tutti รจ presentato nel vangelo di Marco nellโambizione di potere e che si esprime nel voler ยซessere il piรน grandeยป (Mc 9,30-37). Lโimmagine della torre alta da costruire ยซper toccare il cieloยป e ยซper farsi un nomeยป, come ricordava lโepisodio di Babele, era giร la premessa a quella difficoltร di poter comunicare e di avere rapporti solidali con gli altri. I discepoli discutono su chi sia il piรน grande, la volontร di auto-affermarsi nutre la vana illusione di Babele. Gesรน mette in guardia i suoi discepoli contro tale tentazione, come ricorda lโepisodio evangelico di Mc 9,31-37:
Partiti di lร , attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dellโuomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterร ยป. Essi perรฒ non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discorrendo lungo la via?ยป. Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il piรน grande. Allora, sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuol essere il primo, sia lโultimo di tutti e il servo di tuttiยป. E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: ยซChi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.
Gesรน istruisce i discepoli sul destino che gli attende a Gerusalemme, rivolge loro il secondo annunzio della sua passione, morte e risurrezione. La linea di maturazione e pienezza dellโuomo รจ lโamore attivo che non esclude nessuno e che lavora a favore della crescita e promozione umana. Gesรน cerca di far capire ai suoi discepoli che la morte non รจ una sconfitta, perchรฉ, essendo lโespressione massima dellโamore per lโumanitร , non mette fine alla vita ma dร inizio a unโesistenza gloriosa.
Ma lโincomprensione dei discepoli รจ assoluta, si tratta di un insegnamento che รจ allโopposto dei loro presupposti. Dโaltro lato hanno timore di chiedergli spiegazioni, perchรฉ intuiscono che esse farebbero crollare le loro aspettative riformiste e nazionaliste. Imbevuti dalla loro ideologia religiosa, i discepoli non sono in grado di accettare il messaggio di Gesรน. Costoro vogliono un Messia che, mediante la forza, restauri la gloria dโIsraele e ponga fine allโoppressione. Non li entra in testa che lโesistenza di una societร nuova e giusta (fase storica del regno di Dio), dove non esista dominio dellโuomo sullโuomo, non puรฒ essere opera di un Messia dominatore, ma responsabilitร di tutti come uguali (messianismo condiviso). Senza promozione umana di tutti e la responsabilitร di tutti non ci sarร una societร nuova.
I discepoli non hanno fatto alcun commento alle parole di Gesรน, ma hanno tenuto una conversazione alla quale Gesรน non ha partecipato. Dalla domanda immediata che Gesรน rivolge loro quando arrivano a Cafarnao si intuisce che la questione รจ abbastanza importante. Il loro silenzio รจ imbarazzante (sanno che Gesรน non avrebbe approvato tale discorso) e somiglia a quello dei farisei della sinagoga, segno della loro cecitร (cf. Mc 3,4). Nonostante lโinsegnamento di Gesรน essi continuano a discutere su chi avesse il rango maggiore. Tacciono perchรฉ consapevoli che Gesรน รจ contrario a tali aspirazioni, ma allo stesso tempo evitano il confronto con lui.
Lโevangelista informa sul tema della discussione lungo la strada. Gesรน aveva chiesto di cosa parlavanoโฆ essi invece hanno discusso, dimostrando la loro rivalitร e discrepanza. Motivo della discussione รจ lโambizione che esiste nel gruppo, i discepoli non credono nellโuguaglianza. Tale ambizione รจ espressione della non accettazione delle condizioni che Gesรน ha appena esposto per chiunque voglia seguirlo. Eโ lโambizione a renderli ciechi / sordi, incapaci di comprendere lโinsegnamento precedente.
La casa, figura della comunitร , รจ la dimora stabile di Gesรน (sedutosi), ma il fatto che egli deva chiamare i Dodici significa che essi sono lontani da lui; cioรจ non accettano il destino del Figlio dellโuomo. La chiamata รจ un invito a avvicinarsi a lui, a cambiare atteggiamento.
Prima di tutto i Dodici devono rinunciare a ogni pretesa di preminenza; nella comunitร / casa non รจ ammissibile che alcuno possa aspirare a un rango piรน elevato: ยซil piรน grandeยป. Gesรน si colloca in unโaltra ottica, egli propone di essere ยซil primoยป nel senso della vicinanza a lui, e afferma che quel posto lo occupa colui che, rispetto agli altri, si rende lโultimo e servo, in questo modo tutti possono essere
ยซprimiยป. Gesรน va incontro allโambizione dimostrata dai discepoli. Egli non ammette il desiderio di rango, pero ammette lโaspirazione a stare vicino a lui. Gesรน vuole che tutti siano primi, lโunico primato si fonda sullโamore dimostrato nel servizio umile.
Mentre i discepoli discutono di ยซgerarchiaยป, Gesรน propone come ideale il ยซfarsi lโultimo di tuttiยป cioรจ porsi a livello di quelli che non hanno rango alcuno. Equivale a rinnegare se stesso, ed รจ una figura con la quale Gesรน indica chi non รจ mosso da alcuna ambizione di preminenza e di prestigio.
Il secondo insegnamento di Gesรน รจ accompagnato da una sua azione: prende un ragazzino, lo mette al centro (della comunitร ) e lo abbraccia. Il ragazzino รจ un piccolo servo, colui che lo si chiama per fare delle commissioni., Gesรน non ha bisogno di chiamarlo, nรฉ deve muoversi per prenderlo, gli sta accanto, รจ vicino a lui (ยซil primoยป) ed รจ il modello di discepolo: colui che รจ al servizio e a disposizione di tutti (ยซlโultimo di tuttiยป). Gesรน lo colloca al centro della comunitร , come punto di riferimento per i Dodici, che hanno discusso chi fosse il piรน grande. Lโabbraccio รจ gesto dโaffetto e di identificazione. Si capovolgono i valori della societร che propone sempre le persone che contano come modello. Per Gesรน, invece, il modello sono i servitori, gli ultimi, coloro che realizzano il disegno del Padre, identificandosi con lui e rendendolo presente. Il Dio di Gesรน non domina lโuomo, bensรฌ sta al suo servizio.
Lโepisodio di Pentecoste (Atti 2,1-13):
Lโeffusione dello Spirito sulla comunitร di credenti completa quel processo iniziato con Babele, gli esseri umani continuano a parlare lingue diverse, ma ora si trova presente quella forza che avvia la comunicazione / comprensione reciproca / comunione.
Nel libro degli Atti lโevangelista Luca racconta lโesperienza che la comunitร dei credenti ha avuto del dono dello Spirito e della possibilitร di stabilire con tutti i popoli una via di dialogo e di comunione.
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne allโimprovviso dal cielo un rumore, come allโirrompere di un vento impetuoso, e riempรฌ tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; Tutti furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei devoti di ogni nazione che รจ sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunรฒ e rimase sbigottita perchรฉ ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sรฉ per lo stupore dicevano: โCostoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E comโรจ che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamรฌti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadรฒcia, del Ponto e dellโAsia, della Frigia e della Panfilia, dellโEgitto e delle parti della Libia vicino a Cirรจne, stranieri di Roma, Ebrei e prosรจliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dioโ. Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi lโun lโaltro: โChe significa questo?โ. Altri invece li deridevano e dicevano: โSi sono ubriacati di mostoโ.
Luca ambienta lโepisodio nel finire del giorno di Pentecoste, quando, cinquanta giorni dopo la Pasqua, i giudei celebravano la festa del dono della Torah (festa delle Settimane). E quel giorno stava per
ยซcompiersiยป, lโevangelista non รจ interessato al dato cronologico, bensรฌ teologico: si chiude unโera legata a norme e osservanze in cui gli uomini dovevano ubbidire a Dio e si apre quella tappa definitiva della storia dove lo Spirito viene incontro ad ogni persona per renderla somigliante al Padre. Portando a compimento la Legge e i Profeti, come lโevangelista ha giร ricordato nellโepisodio della sinagoga di Nazaret (ยซoggi si รจ compiuta questa Scritturaยป v. Lc 4,21), Gesรน inaugura la tappa del Regno, ora lo Spirito renderร i discepoli capaci di portare avanti la sua proclamazione e la costruzione di una realtร nuova allโinsegna dellโumano.
I discepoli si trovano tutti insieme, e questa sarร lโoccasione favorevole per rendere testimonianza del Signore risorto, ยซquel Gesรน che voi avete crocifissoยป (At 2,36), a quanti erano radunati a Gerusalemme con motivo di quella festa. Lโesperienza del Signore risorto ha fatto sรฌ che i discepoli comprendano il compimento delle Scritture, le loro menti si sono aperte: ยซQueste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosรจ, nei profeti e nei Salmiยป Allora aprรฌ loro la mente per capire le Scritture (Lc 24,44-45), ed รจ questo il primo passo per poter accogliere il dono promesso: ยซVoi siete testimoni di queste cose. Ed ecco io mando su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi, rimanete in questa cittร , finchรฉ siate rivestiti di potenza dallโ altoยป (Lc 24,48-49). Solo allora i discepoli si potranno confrontare con i Giudei, la loro comunicazione sarร allโinsegna della conversione per il perdono dei peccati, un perdono che va predicato a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme (Lc 24,47). La testimonianza dei discepoli inizierร e sarร resa sotto la guida dello Spirito, e non piรน della Legge. Luca introduce la prima missione dei discepoli / testimoni di Pentecoste. Al popolo emigrato dallโoriente che, secondo lโepisodio di Babele, si era insediato nel territorio di Senaar, ora segue una realtร nuova che non si concentra in uno spazio determinato ma si aprirร alla missione ยซfino ai confini della terraยป.
Come una raffica di vento impetuoso entra in una casa e rovescia ogni cosa, cosรฌ Luca descrive come lo Spirito, quale soffio vitale abbatte le resistenze dei discepoli.
Per descrivere la presenza / discesa dello Spirito (come Dio era disceso dal cielo per vedere la cittร e la torre che gli uomini stavano costruendo) Luca usa lโimmagine del suono / rumore legata al fattore del vento, che appartiene allโambito dellโascolto, per rendere percettibile la ricezione dello Spirito.
Tutta la casa / comunitร dove si trovavano riuniti i discepoli fu riempita di quella energia, e tutti partecipano di quella esperienza che li renderร in grado di affrontare la missione. Riempiendo tutta la casa, lo Spirito conferisce unitร a tutto il gruppo dei discepoli.
La seconda immagine usata dallโevangelista, per descrivere lo Spirito Santo, รจ legata allโidea di calore / energia, e appartiene allโambito della visione. Le ยซlingue come di fuocoยป che si posano su ciascuno dei discepoli hanno una funzione di iniziazione, abiliteranno i discepoli a parlare in altre lingue.
Mentre nellโepisodio di Babele gli uomini usarono il fuoco per cuocere uno a uno i mattoni con i quali costruire la torre, ora lo Spirito discende sul gruppo dei discepoli come una lingua di fuoco che apre al confronto e rende fattibile la comunicazione fra le persone.
Quanti erano presenti nella casa (che si era riempita del vento impetuoso) furono pieni di Spirito Santo, potenza dallโalto che allontana da ogni forma di male, e iniziano a parlare in altre lingue e ciascuno secondo il proprio modo di esprimersi.
Lo Spirito รจ santo, come il Padre รจ santo, cioรจ separato completamente dal male, dal peccato, dalla morte. La qualifica di santo non separa lo Spirito dalla realtร umana ma al contrario lo fa intervenire in essa. Infatti lโessere santo indica lโattivitร del Padre: รจ colui che santifica, mediante lo Spirito, cioรจ attrae nella sua sfera separando chi lo accoglie dal male e dal peccato.
A Babele Dio aveva ยซconfuso / mischiatoยป la lingua degli uomini e ciรฒ rese incomprensibile il loro parlare, ora si supera quellโostacolo dando ai discepoli la capacitร di esprimersi in lingue diverse.
I Giudei, giunti dalla diaspora a Gerusalemme con motivo della festa della Pentecoste (Settimane), rimangono confusi (come erano rimasti confusi gli uomini di Babele) dal momento che sentono parlare i discepoli nelle loro lingue. Avvenuto quel fragore (lit.: ยซla voceยป), la folla si raduna e prova un senso di confusione poichรฉ sentiva il parlare dei discepoli nella propria lingua.
Alla confusione che i Giudei provano, nel vedere i discepoli parlare le loro lingue, si aggiunge lo stupore nel constatare che essi sono dei Galilei (popolazione che non godeva di buon nome). I pregiudizi razziali sono degli ostacoli peggiori per accogliere e comprendere lโaltro; il gruppo dei discepoli, invece, dimostra la capacitร di potersi esprimere in modo da farsi comprendere da tutti.
Per la prima volta i discepoli mettono i Giudei a confronto diretto con la loro predicazione. Luca presenta un traguardo raggiunto, che si ottiene mediante il dono e la guida dello Spirito e che consiste nellโusare il linguaggio della buona notizia, centrato sulla grazia e lโamore incondizionato del Padre.
Lโevangelista elenca quindici nazioni o popoli, a partire da Oriente verso Occidente. Anche nellโepisodio di Babele gli uomini emigrarono dallโOriente verso il paese di Sennaar, ma ora la lingua non รจ piรน una sola, bensรฌ numerose; il dono della Pentecoste corrobora come la diversitร (lingue / etnie / tradizioni) รจ una ricchezza, dimostrando come lโintesa, anche tra coloro che non partecipano della stessa esperienza, รจ possibile.
Le grandi opere di Dio che si sentono annunziare riguardano la buona notizia di Gesรน che abbatte ogni barriera e divisione, rendendo possibile il contatto e la collaborazione tra i popoli. Non si tratta piรน di possedere un unico linguaggio per costruire una cittร forte e una torre che tocchi il cielo, ma di aprirsi alla diversitร e ricchezza di ogni realtร umana per costruire la societร del Regno.
Non si tratta di un idioma universale, a causare lo stupore della folla, ma รจ quellโardore / passione (ยซlingue come di fuocoยป) nel voler intendersi a rendere vicine le lingue di ciascun popolo. Animati dallo Spirito, che รจ la stessa capacitร di amare del Padre, i discepoli possono stabilire un dialogo e comunione con tutti i popoli. Lโamore che si fa servizio non si puรฒ mai imporre, ma solo offrire e ciรฒ comporta abbandonare ogni atteggiamento di superioritร o di dominio nei confronti degli altri. In questo modo nessuno puรฒ essere spogliato della sua identitร e della sua ricchezza culturale che gli รจ propria.
Non tutti i presenti accettano la testimonianza dei discepoli che possono esprimersi in lingue diverse usando il registro dellโamore incondizionato, alcuni liquidano lโevento considerando i discepoli di gente ubriaca.
*Da Babele a Pentecoste:
Dallโinsegnamento della Scrittura si impara che lo scopo dellโessere umano non รจ salire su una torre per dominare, ma abitare una casa dove si crea comunione. Per questo Gesรน, secondo il vangelo di Giovanni, rivolge al Padre la sua preghiera di mantenere uniti i suoi di fronte al mondo: essere uno significa vivere la condizione divina.
Nella lunga preghiera che, secondo lโevangelista Giovanni, Gesรน tiene prima di essere arrestato e ucciso (anche se i verbi che indicano pregare non compaiono mai), Gesรน espone in che modo si puรฒ vivere lโunitร / comunione (cf. Gv 17); la testimonianza che egli dร ai suoi discepoli di perfetta comunione con il Padre deve servire loro di modello per raggiungere tale traguardo. Nella preghiera di Gesรน si chiederร lโunitร (v. 22) tra i discepoli, la protezione dal maligno (v. 15) e lโaccesso alla condizione divina (v. 24). Il tema di tutta la preghiera รจ lโessere uno, come lo sono il Padre e Gesรน, il che non riguarda solo la necessitร dellโunitร dei discepoli con il loro Signore, ma la condizione divina alla quale sono chiamati. Uno รจ un termine che nellโebraismo era sostitutivo del nome di Dio, lโunico, lโuno, il solo; (โIl Signore รจ unoโฆ โUno il suo nomeโ, Dt 6,4; Zc 14,9). La comunitร dei credenti รจ chiamata ad inserirsi nella comunitร divina ed esserne la manifestazione terrestre, come prima lo รจ stato Gesรน. La comunitร รจ chiamata ad essere la presenza di Dio sulla terra. Un Dio che si manifesta attraverso lโamore e il servizio non puรฒ in alcuna maniera essere rappresentato da chi esercita potere e dominio.
La missione dei discepoli ha lo stesso fondamento e lo stesso scopo di quella di Gesรน: la manifestazione al mondo del volto del Padre, per offrire una possibilitร di salvezza: โDio non ha inviato il figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perchรฉ il mondo si salvi per mezzo di luiโ (Gv 3,17).
Lโinvio nel mondo non รจ finalizzato alla proposta di una dottrina ma al dono della propria vita. Solo nel dono di sรฉ si libera tutta quella potenza di vita e di amore che ogni uomo racchiude in se stesso. Per Gesรน non cโรจ piรน una dottrina da custodire e trasmettere inalterata, ma unโesperienza di vita da comunicare. La dottrina puรฒ essere controllata, la vita no!
Affinchรฉ i discepoli possano testimoniare di fronte al mondo questa esperienza di vita legata alla buona notizia del Regno, Gesรน si rivolge al Padre ยซperchรฉ tutti siano uno, come tu, Padre, in me e io in te, affinchรฉ anchโessi siano in noi, affinchรฉ il mondo creda che tu mi hai mandatoยป (Gv 17,21). Lโunitร della comunitร รจ condizione per lโunione con il Padre e Gesรน, ed essa si rende visibile solo dove esiste una pratica dellโamore vicendevole.
Il disegno del padre sulla comunitร รจ che tutti sono chiamati a diventare uno, ossia essere il santuario dal quale si irradia la presenza della gloria di Dio. Il motivo di questa pressante richiesta รจ che il mondo giunga a credere in Gesรน e accogliere cosรฌ una proposta di vita: lโesistenza di una comunitร dove si possa toccare con mano la libertร , lโamore, lโallegria, frutto della dedizione disinteressata agli altri, convincerร lโumanitร della veritร di Gesรน. Se lโunione nella comunitร รจ la condizione indispensabile affinchรฉ il mondo creda, la divisione รจ dโimpedimento e ostacola la fede in Gesรน.
Il mondo giungerร a credere non per la proposta di una nuova dottrina, ma per la forza di una nuova potenza dโamore mai prima sperimentata, quella di uomini con la condizione divina. Mentre la dottrina divide, lโamore unisce.
Per questo Gesรน conferma per i suoi discepoli il dono della sua gloria. La gloria che il Padre ha donato a Gesรน รจ il suo Spirito, cioรจ la sua stessa forza e capacitร dโamore che si rendono visibili, e Gesรน, la cui missione รจ battezzare in Spirito santo (cf. Gv 1,33) questa forza la trasmette ai suoi, al fine di realizzare tra i suoi discepoli la stessa unitร dโamore esistente tra Gesรน e il Padre: la comunitร , unita nellโamore รจ la manifestazione visibile sulla terra della presenza di Dio, unico santuario dal quale si irradia la sua gloria.
La gloria di Dio non si manifesta attraverso spettacolari manifestazioni della potenza, ma nel portare molto frutto (โIn questo รจ glorificato il Padre mioโฆโ Gv 15,8), attraverso un amore che si fa servizio e si rivolge a tutti, anche a chi non lo merita. Non รจ riservata a pochi eletti, e in particolari determinate condizioni (Es 34,18-22; Lv 16,2; Nm 4,20) ma รจ una possibilitร per tutti. A maggior gloria di Dio รจ la formula con la quale si giustificano opere magnificenti, grandiose, destinate a durare nella mentalitร dei costruttori, per lโeternitร . In realtร non vengono erette per la gloria di Dio, ma a gloria dei potenti che ci tengono ad essere ยซil piรน grandeยป.
La perfezione nellโessere uno (Gv 17,23), ripetuta per tre volte (vv. 21.22.23), รจ lโunico argomento capace di convincere lโumanitร . La fede puรฒ nascere solo dallโesperienza di questo amore che comunica vita. Il Padre ama i suoi figli come ha amato Gesรน, comunicando loro lo stesso Spirito, la sua capacitร dโamore. Dio non assorbe le energie degli uomini, ma comunica a essi le sue. ร un Dio che chiede di essere accolto per fondersi con lโuomo e dilatare la sue capacitร dโamore (Gv 14,23).
A Babele gli uomini ricevettero ยซil donoยป della diversitร delle lingue, nella Pentecoste questo dono raggiunge il suo compimento quando la comunicazione tra gli esseri umani รจ possibile proprio grazie a tale diversitร , segno di rispetto dellโaltro e di accoglienza reciproca. ยซEssere unoยป nella diversitร significa che ogni essere umano si sente accolto per quello che รจ, immagine del Creatore, e manifesta la sua somiglianza con Lui quando, rispettando la dignitร dellโaltro, diventa manifestazione del suo amore.
1 Questo luogo nelle Scritture porta il nome di Babele, che la tradizione successiva descriverร come una cittร dove regna un ยซbalbettare blasfemoยป , un luogo ostile e contrario alla volontร divina (Atlante della Bibbia / Touring Editore, Milano 2012, pp. 100-101).
2 Erri de Luca: Una nuvola per tappeto. Feltrinelli 1992, p. 14
3 Farina: ยซDa Babele a Pentecosteยป Il Margine 4 (1993) pp.27-32 / p. 29.
A cura di Ricardo Pรฉrez Mรกrquez
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