Nel vangelo di oggi meditiamo sullo sguardo misericordioso di Gesù e su quanto può influenzare la nostra vita.
La prima lettura è tratta da Isaia: Nel testo viene detto: ««Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi… perché scaturiranno acque nel deserto» (Is 35, 4-7).
Queste parole della Scrittura si realizzano pienamente con Gesù. Egli è colui che realizza le cose annunciate, di Lui parlarono i profeti, è Lui che fa udire i sordi e vedere i ciechi.
Anche nella nostra vita Gesù compie miracoli. Magari, il più delle volte non saranno miracoli esteriori, ma interiori. Ancora oggi continua ad operare miracoli interiori in ogni persona. Alcuni esempi: ci fa prendere coscienza della nostra vita come dono di Dio; ci fa percepire la grandezza di sapere che Dio ci perdona i nostri peccati; ci dà la grazia per accorgerci della reale presenza di Gesù nell’Eucarestia. Dio continua ad agire nelle persone.
Meditiamo un momento sul modo in cui Gesù trova e aiuta le persone che hanno bisogno. Tutto questo lo comprendono coloro che gli stanno accanto quando esclamano commossi: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gesù guarda sempre con misericordia chi ne ha bisogno. Gesù guarda con amore ogni persona che soffre: quello che non riesce a capire qualche situazione della propria vita; chi soffre per qualcosa che gli pare una ingiustizia; chi si sente sconsolato per come va la propria vita; ecc… Per le persone che soffrono, la risposta di Dio è uno sguardo pieno di misericordia. Ci dice «Effatà», cioè: «Apriti!». Apriti all’amore di Dio, apriti al suo perdono, apriti alla sua opera d’amore.
A san Josemaría piaceva considerare che tutte le meraviglie del mondo non sono nulla se paragonate all’amore di Dio: «E noi non ci lasceremo scuotere dall’immenso amore di Dio? » (Amici di Dio, n. 135).
Dio realizza grandi cose nella nostra vita. Molte volte non ce ne rendiamo conto. Come coloro che, in un passo del Vangelo, vengono guariti e dimenticano l’invito di Dio a non diffondere la notizia. Anche noi, possiamo comprendere le meraviglie dell’amore di Dio nella nostra vita.
Facciamo in modo di imitare questo modo meraviglioso di agire di Gesù, questo suo modo di aiutare le persone che ne hanno bisogno. Papa Francesco la chiama “cultura dell’incontro”. Andare incontro alle necessità degli altri, ascoltare chi ne ha bisogno, accompagnare chi è solo.
Il principale ostacolo rimane il nostro egoismo, guardare noi stessi e non accorgerci delle necessità degli altri. Per questo, non dobbiamo escludere nessuno, non dobbiamo giudicare nessuno. Non dobbiamo avere pregiudizi sugli altri, perché quando si hanno pregiudizi si esclude il prossimo.
Chiediamo al Signore di avere il suo sguardo misericordioso per poter aiutare sempre le persone che, vicine a noi, ne hanno bisogno.
Josep Boira
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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