Ricordo quando ero bambino che ogni tanto la maestra ci diceva: Il tempo passa e non ritorna più e noi in coro le rispondevamo: torna domani!. Insomma cresciamo più o meno tutti fin da bambini con lidea che il tempo sia gratuito, scontato. Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima, ci apre gli occhi in modo impressionante. Se facciamo un passo indietro di qualche versetto rispetto al brano, ci accorgiamo che Gesù stava invitando i suoi discepoli a saper valutare i segni del tempo, e in fondo a ricordare proprio che la vita un termine con il quale bisogna fare i conti. Chissà se lo stavano ad ascoltare sul serio. Ma proprio in quel momento arriva la notizia di una strage, compiuta da Pilato, che ha massacrato un gruppo di Galilei durante il culto. Verrà il tempo per lui di misurarsi con Pilato, a adesso non è interessato a questo. Infatti nel rispondere Gesù rincara la dose e cita un fatto di cronaca non imputabile a questo oa quellaltro, ma ad una disgrazia accaduta per il crollo di una torre. Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. Il discorso si fa serio: a metà della queresima, ci spinge a chiederci che cosa ne stiamo facendo della nostra vita. Quali sono i nostri reali interessi, per che cosa ci impegnamo, cosa pensiamo di costruire. Perché questo mondo passa e chi vive di illusioni, finirà insieme alle sue illusioni. Non cè niente di più stupido di un albero da frutto che non da frutti. E il nostro Dio non sopporta la stupidità.
12 Porte – Bologna
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