Lombardo, è il prete del Beccaria, il carcere minorile di Milano. Più di 40 anni con i minori degli istituti penali, è il loro cappellano ed è un padre per tanti ragazzi che vivono nella “Comunità nuova”, ragazzi che cerca di reinserire dopo la detenzione, di aiutare con la formazione professionale, ragazzi a cui dà una casa da cui ripartire. Un cammino iniziato proprio quando giovane seminarista nel ’68 sognava di occuparsi di giovani. “Nel mio oratorio allora c’era tanta gente” – ricorda – “c’era anche il centro antimperialista, il parroco mi chiedeva: ma quelli vanno a messa? Con il tempo… rispondevo”.
“La Chiesa allora sembrava molto conservatrice, molto alleata con i poteri forti, anche molto ricca, forse. E poco in difesa delle povertà, non perché non facesse la carità ma fare la carità è diverso dal difendere i diritti delle persone che invece devono avere gli strumenti di lavoro, di recupero della propria dignità. Da allora molto è cambiato, anche i vertici della chiesa si sono messi molto in dialogo.” Don Gino non nasconde però il rischio di una perdita della fede come trascendenza: “. “Se per trascendenza si parla di vita spirituale intensa e di contemplazione della faccia di Dio, quello credo di sì. Per essere più nella pratica sociale e nella vita quotidiana, nel costruire, nelle battaglie per la giustizia, per i lavoratori, ecc., quello sì.
È come se la faccia di Gesù Cristo fosse un po’ confusa con tutta l’attività sociale e politica. Ma la voglia di preghiera c’è ancora anzi, questo è uno dei miei sogni: aprire a Milano una scuola di preghiera. Nella chiesa del Beccaria.” Un sacerdote che vive con i giovani e per i giovani con gioia: “ ci vuol poco con gli adolescenti per lanciarli verso una stima di sé che è la premessa per essere poi capaci di fare cose belle per gli altri: e questa è un’avventura bellissima.”