don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 18 Ottobre 2022

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Operai del Vangelo seminati nei solchi della storia

Gesù invia in missione i discepoli, gli operai del Vangelo. La preghiera è necessaria per chiedere un numero maggiore di evangelizzatori che gettino il seme della Parola nel mondo in cui domina la legge dei lupi. Gli evangelizzatori non sono eroi solitari ma piccolo gregge chiamato ad abitare in mezzo a branchi di lupi.

L’operaio e l’agnello sono immagini con le quali Gesù delinea l’identità del discepolo missionario. Egli non è detentore di nulla ma beneficiario di tutto e, come tale, va incontro agli altri con fiducia e speranza, forte solamente del mandato che ha ricevuto da Dio. Egli, che non cura il suo orticello e non ha altra guida se non il Buon Pastore, vive la sua missione non per difendere qualcosa o qualcuno, ma per costruire ponti di comunicazione e rete di comunione edificati e tessute con la pace e la mitezza.

Gli operai del vangelo sono inviati nella messe con l’unico equipaggiamento loro consentito, la povertà. Si tratta della disposizione del cuore ad accogliere tutto come un dono. Se si fosse ingolfati di preoccupazioni materiali non ci sarebbe spazio per la pace che Dio dona. Essi non devono contare sulle proprie forze, ma sulla provvidenza di Dio che essi sperimentano nell’accoglienza che ricevono. Tutto è grazia, tutto riceviamo senza condizioni e tutto doniamo senza limiti.

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Ecco perché il primo dono che offrono i missionari del Vangelo è la pace. Essi sono nel mondo il segno dell’amore gratuito di Dio che viene donato prima di ogni altro gesto o parola. Entrare nella casa, senza scegliere la migliore o quella che offre migliore ospitalità, significa inserirsi nel tessuto familiare della gente e integrarsi nella trama delle relazioni per renderle più stabili e feconde.

Dio si fa prossimo all’uomo nella concretezza della sua vita attraverso i suoi testimoni che, con discrezione e rispetto, annunciano il vangelo non prima di aver ascoltato e condiviso il vissuto delle persone. 

Signore Gesù, divino operaio del Vangelo, donami la mitezza dell’agnello perché sia umile portatore della tua benedizione. Fa che non sia tentato di difendere con le stesse armi usate da chi offende, ma lo Spirito mi conforti nelle mortificazioni e m’incoraggi nelle tribolazioni causate dalle polemiche o dalle lotte di potere. Libera il mio cuore dalla paura e dall’orgoglio e fecondalo con la tua Parola perché, attingendone il seme a piene mani, possa piantarlo ovunque Tu mi seminerai nei solchi della storia. La tua volontà guidi le mie scelte di vita affinché essa si compia in me e attraverso di me e tutti possano conoscerti come «il Padrone della messe».  

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Commento a cura di don Pasquale Giordano

FonteMater Ecclesiae Bernalda
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