Vuol dire così: Maria è stata concepita dentro il disegno di Dio, e sempre vi è rimasta.
Non vuol dire: Maria è stata concepita senza la macchia del peccato originale. Primo perché il peccato originale non è una macchia. Secondo perché ogni bambino nasce innocente.
L’omelia non deve spiegare come mai la dottrina si è spiegata con termini che hanno alimentato in noi modi di pensare sbagliati, che ancora ci portiamo dietro; né deve spiegare per filo e per segno le cose, facendo un trattato, o una lezione come si fa a scuola. L’omelia deve sostenere la nostra fede, la nostra rinnovata decisione di affidare la vita a Dio.
Nel suo disegno di amore, egli ci ha predestinati ad essere suoi figli; ci ha chiamato ad essere santi e immacolati al suo cospetto (epistola). E noi vogliamo camminare incontro a lui in santità e purezza di vita (prima orazione). Ma come è possibile essere santi e immacolati?
Non dobbiamo cedere all’inganno del serpente (Lettura). Non dobbiamo cedere all’astuzia degli uomini, che, a non fidarsi di Dio, pensano di essere sapienti, e con furbizia mettono tutto alla prova, per trovare la via della vita. Ecco la logica del peccato: quel che attrae e quindi quel che conta nella vita, non è la promessa di Dio, ma è il guadagno, la salute, il piacere; e allora, senza legarsi a niente, tutto si vuole provare per riuscire ad ottenere sapienza. Questa è la logica che produce la morte. Ma questo non è il disegno originario di Dio.
Il disegno di Dio è invece un disegno per la vita: fin dall’origine la sua promessa è per la vita. Ogni uomo che nasce, se si affida alla sua parola, può camminare sicuro nel mondo intero, e sperimentare la benedizione originaria di Dio. Ma dove è scritto questo progetto? Sulla carta?
È inscritto in ogni concezione; è inscritto nel rapporto di generazione che lega la madre al figlio. Ogni donna che genera un figlio, è agli occhi del figlio immagine di un mondo affidabile, testimone della assoluta affidabilità del mondo intero (non per propria bravura, ma perché è così nel disegno di Dio). Ogni madre protegge il figlio dall’inganno del serpente, dall’astuzia perversa degli uomini. Ogni madre testimonia la infallibilità delle leggi morali. “La tua vita è in buone mani; ti devi fidare. Il mio amore incondizionato sempre ti sosterrà. Non temere, nessuno potrà mai farti del male, figlio mio. Se tu sarai sincero e buono, tutti saranno buoni con te”. Questo è il disegno di Dio.
Ma col passare dei giorni, in mezzo ad un popolo che mente, l’esperienza quotidiana smentisce questo disegno; e però l’esperienza di ogni giorno non è quella vera. Ma così va a finire che anche la madre cede all’inganno del serpente. Maria, però, non ha fatto così. Ella è l’immacolata concezione. È la figura ideale, tipica, per ogni donna.
Per Maria l’immacolata concezione non è un privilegio. Certo, potremmo anche dire che è un privilegio, ma è come quello dei servi della parabola, che, nella giornata, hanno lavorato dall’inizio alla fine, ricevendo la stessa paga dei servi dell’ultima ora. Ella realizza quel destino, a cui tutti siamo chiamati: in tal senso è predestinata; e lo realizza in pienezza. Ed è preservata dalla colpa a motivo della promessa che Dio le offre, come una grazia, alla quale ella risponde: ma questo vale per ciascuno di noi.
Perciò la Vergine Madre, più che come figura privilegiata, deve essere considerata nella sua valenza idealtipica, non solo per riferimento alla donna in genere, ma per riferimento alla Chiesa intera.
Ecco, allora: noi cosa facciamo il questa Eucaristia?
Vogliamo rinnovare la nostra decisione di camminare incontro al Signore in santità e purezza di vita, dentro il disegno di Dio. E chiediamo di ritrovare sempre nella Chiesa (Maria è invocata anche così, Madre della Chiesa), e cioè chiediamo di ritrovare nella sua discendenza (che è Gesù e i suoi discepoli), il luogo che ella “piena di grazia” ha iniziato, e che nella storia prende consistenza con la testimonianza dei santi. Nella sua discendenza rifulge il disegno di Dio, dentro il quale ci vogliamo immergere.