La loro ospitata all’ultimo Sanremo ha impressionato parecchio quanti ancora non conoscevano questa giovane band di Las Vegas. Delicate armonizzazioni vocali, una freschezza d’approccio e l’eclettismo stilistico di ama – e sa – danzare tra i generi senza lasciarsene ingabbiare. Ovvio dunque che questo loro second-out si sia subito arrampicato nei quartieri altissimi delle classifiche d’Occidente.
Sulle scene dal 2008, Dan Reynolds e soci vantano già un curriculum notevole, e dopo l’ottimo Night Visions (il loro album di debutto del 2012) si confermano tra le realtà più talentuose e promettenti del nuovo rock a stelle e strisce. Soprattutto per la personalità di una formula espressiva che amalgama con sapienza canzone d’autore e gradevolezze pop, echi soul e a tratti perfino le sontuosità strutturali di certo progressive degli anni Settanta. Trainato dal singolo I bet my life e pubblicato a ridosso dalla loro comparsata sanremese, questo atteso second-out si propone fin d’ora come quello della loro definitiva consacrazione fra i grandi del pop-rock di questo decennio.