Il Vangelo del giorno – venerdì 29 giugno 2018 – Gesuiti

Che impressione il centurione! Che audacia, che perspicacia! Quanta capacità di porsi in ascolto del Signore e di chiedere aiuto per l’altro.

Certamente tutti abbiamo desiderato, o stiamo desiderando, il bene dell’altro oppresso dal dolore. Spontaneamente esce una preghiera d’intercessione. Come dice la parola stessa desideriamo metterci nel mezzo, fare un passo tra, pregare Dio con la medesima postura della sentinella rivolta all’aurora.

Non si tratta d’imporre nulla a nessuno, tanto meno che a Dio; si tratta di mostrare la nostra impotenza davanti a tutto quello che vediamo, consapevoli che c’è un bene che ci supera, ma che può raggiungere tutti, senza passare direttamente sempre la mia individuale esperienza.

La preghiera cristiana allora non è un modo per stare semplicemente più in pace con se stessi, ma è un modo di amare, è carità operosa, è dedicare, nel ricordo, il tempo all’altro. Permetti così, che l’altro incontri l’Altro; la preghiera cristiana diventa larghezza di cuore. E se un cuore è largo, accoglie vita, speranza!

La preghiera del centurione ci mostra come la nostra gioia possa passare “semplicemente” attraverso la gioia dell’altro.

Loris Piorar SJ

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

  • Ti stai accorgendo in questo momento del dolore del tuo vicino, o sei tutto/a concentrato/a sul tuo?
  • Ti senti felice per gli altri, o vivi nella gelosia e nell’invidia?
  • Lasci che qualcuno preghi per te?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 16, 13-19
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Read more

Local News