Non è certo la prima volta che nel Vangelo è raccontato l’episodio di una guarigione operata da Gesù, ma ogni incontro è una storia a sé, con i suoi protagonisti e le sue vicende particolari. Oggi la nostra attenzione non è tanto attirata dall’uomo guarito, un paralitico, quanto dagli altri due gruppi di persone menzionati.
Del primo gruppo – coloro che hanno portato il paralitico da Gesù – non sappiamo quasi nulla, ma conosciamo l’essenziale: la loro fede, che è vista e riconosciuta da Gesù. Il loro gesto, espressione proprio della fede che li abita, rende possibile l’incontro di Gesù con questo uomo paralitico, bisognoso dell’aiuto di altri per andare dal maestro.
Qualcosa in più ci è detto dell’identità del secondo gruppo: sono degli scribi, conoscitori delle Scritture, e restano scandalizzati ascoltando le parole pronunciate da Gesù al paralitico. Come può quest’uomo rimettere i peccati? Con quale autorità si sostituisce a Dio?
Anche loro hanno bisogno di essere guariti da una paralisi, quella che impedisce di riconoscere la misericordia di Dio. Non hanno, infatti, lo stesso cuore del Signore, che si dilata nell’amore per abbracciare tutti e cogliere ciò che c’è di buono in ciascuno.
Attraverso la guarigione del paralitico, Gesù si rivolge perciò agli scribi e, con il suo gesto, li mette in discussione, li interroga, sperando che così possano iniziare il cammino per ritrovare la piena capacità di amare. In un certo senso, Gesù dice anche a loro di alzarsi dalla loro paralisi e crescere nella fede.
Giuseppe Riggio SJ
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
- Mi è capitato di sperimentare l’aiuto di altre persone mosse dalla fede? In quale occasione?
- Da chi, come il paralitico, sono stato portato a Gesù?
- Ci sono paralisi nel mio cuore che hanno bisogno della guarigione di Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 9, 1-8
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.