Con quale forza e dolcezza manifesti il tuo operato, Signore! Conosci bene il timore che lega le giornate al fallimento, la paura di non essere riconosciuti, la tensione continua verso realizzazioni illusorie, legate ad imperfette sensazioni di impotenza.
Se il calice che Tu hai bevuto e bevi in eterno è una vita piena, libera da aspettative ma piena di desiderio, libera da dipendenze ma piena di condivisione, libera dal dovere ma piena di responsabilità, allora certo risuona con forza la tua fiducia nel fatto che ogni essere umano possa attingere allo stesso calice.
Può sorprendere la tua risposta però, come avrà sorpreso la madre dei tuoi discepoli, l’estrema misericordia nel permettere che ognuno possa vivere pienamente secondo le proprie possibilità e in base al momento e al luogo in cui si trova.
La tua voce, che ancora oggi risuona nel cuore, pacifica il nostro animo liberandoci dalla logica del potere e del dovere e riportandoci alla logica del servizio gratuito e volontario, alla libertà di manifestare noi stessi nell’azione di grazie, al tocco devoto e sacro di chi è consapevole di far parte di una grandezza che lo supera.
Tu, Signore, mostraci come chi è piccolo possa determinare la storia del mondo; illuminaci il cuore e la mente e donaci lo spirito della semplicità per poter, come i bambini, saper donare e ricevere amore, per suscitare ogni momento reazioni di vita e oscillazioni di pienezza e di vuoto nelle quali ritrovare te, fonte di riconoscimento, motivazione e pace.
Mounira Abdelhamid Serra
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
- Quando ho preteso di sedere alla sinistra o alla destra del Padre, cioè ho bramato il potere per essere riconosciuto?
E quando, invece, servendo ho provato riconoscimento e ho sentito riconoscenza nell’intimo del mio cuore? - In che occasione, in quale oscillazione, ho riscoperto l’azione di Dio grazie al più piccolo dei miei fratelli?
- Rileggendo la mia storia, per quale grande pienezza di vita posso rendere grazie?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 20, 20-28
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.