Disponiamo fondamentalmente di due modi per osservare la nostra stessa immagine: uno ci affaccia ad un oggetto, lo specchio, il quale ci rimanda l’esatta copia di noi stessi; l’altro ci volge ad un altro essere umano, permettendoci di riconoscere e comprendere finalmente ciò che noi stessi siamo: vólti anelanti alla vita e alla relazione. Il primo modo ci chiude su noi stessi, l’altro ci apre alla novità. Uno manifesta la scarsa stima che abbiamo di noi stessi, l’altro offre quella piena fiducia agli altri, che rende liberi.
Si specchia nel secondo modo il genitore nel figlio, nella misura in cui non vede nella nuova generazione chi viene a riscattare i propri insuccessi e frustrazioni, ma piuttosto un’altra libertà, desiderosa di bene e di bello, dotata della sua propria originalità. Ecco la più bella analogia del senso stesso della creazione e della relazione tra l’uomo e Dio, secondo la logica biblica. Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, per moltiplicare nel cosmo attraverso di noi il riflesso del suo volto.
In questo consiste la nostra vocazione ad essere santi come lui è santo, perfetti come lui perfetto. Perfezione dell’amore che tutto sopporta, perdona e dona, richiamando instancabilmente alla verità della vita.
Marco Colò SJ
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
- Quando sono stato davvero capace di amare?
- In che occasioni nelle mie relazioni, nel mio amare ho sentito la presenza di Dio?
- Chi sono chiamato ad amare, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 5, 43-48
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.