XXIV Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Periodo: Lunedì
- Colore liturgico: VERDE
- Il Santo di oggi: S. Pietro Claver; S. Giacinto; B. Giacomo D. Laval
- Ritornello al Salmo Responsoriale: In Dio è la mia salvezza e la mia gloria.
- Letture del giorno: Col 1,24 – 2,3; Sal.61; Lc 6, 6-11
- Calendario Liturgico di Settembre
Leggi il brano del Vangelo odierno
Lc 6, 6-11
Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.
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Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Lo osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato.
Il miracolo di Gesù che la liturgia odierna ci propone si impone alla nostra attenzione per più motivi. Il silenzio dell’uomo con la mano inaridita, che non chiede esplicitamente l’intervento di Gesù, già è una particolarità. In altre occasioni, Gesù opera spontaneamente per la fede che riconosce in chi soffre; in questo caso il suo intento è diverso.
Egli certamente sa il desiderio di quest’uomo, espresso con il cuore che con le parole; Gesù compie questo miracolo ma non per provare la fede di quest’uomo. Al silenzio dell’uomo fa riscontro un ben altro silenzio, rotto in modo significativo dallo stesso Gesù, che assume quindi un significato che va oltre al miracolo stesso. Siamo in un giorno di sabato, giorno di riposo e Gesù entra nella sinagoga per insegnare. Tra gli altri, nella sinagoga troviamo quest’uomo con la mano inaridita.
Gli scribi ed i farisei sanno benissimo che Gesù è in grado di compiere il miracolo della guarigione. Non parlano. Sono in attesa di quello che sta per accadere; a loro non interessa né la guarigione e neanche la salvezza di questo uomo. Con la loro ipocrisia, vogliono dimostrare che Gesù non opera in nome di Dio perché, compiendo questa opera di bene violerebbe – a loro giudizio – una norma data da Dio stesso. Gesù non è quello che proclama di essere, è un semplice impostore, sarebbe la conseguenza logica di questo ragionamento. Il silenzio dei farisei e degli scribi è il silenzio di chi non capisce che tutto quello che viene da Dio è per il nostro bene e la nostra salvezza.
Proprio sul bene e sulla salvezza interviene Gesù, smascherando questa ipocrisia. Nelle parole di Gesù, leggiamo la doppia prospettiva del miracolo da Lui poi compiuto. Da un lato Gesù guarda a se stesso, per individuare – nella sua divinità, fonte di ogni bene – la vera essenza del suo messianismo di salvezza, dall’altra parte Egli guarda alle persone per il loro bene e la loro salvezza. Quante volte, noi preferiamo un silenzio ipocrita all’annuncio del bene?