Il testo ed il commento al Vangelo del 5 Settembre 2017
[highlight color=”green”]Lc 4, 31-37[/highlight]
XXII Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Martedì
- Il Santo di oggi: S. Quinto; S. Bertino; S. Teresa di Calcutta
- Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
- Letture del giorno: 1 Ts 5, 1-6. 9-11; Sal.26; Lc 4, 31-37
- Calendario Liturgico di Settembre
Lc 4, 31-37
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno – Lc 4, 31-37
A cura dei Monaci Benedettini
Rimanevano colpiti…
E loro rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità… È questo l’atteggiamento di Gesù che colpisce nell’episodio raccontatoci oggi da San Luca. Questa autorità non è quella che viene imposta con la forza fisica ma si esprime in due aspetti che saranno poi tipici dell’insegnamento di Gesù stesso.
Vi è l’autorità della parola che si basa sulla conoscenza della Sacra Scrittura e vi è anche l’autorità, con la quale opera i miracoli. Non è la spettacolarizzazione di poteri sovrumani ma la manifestazione più piena e consapevole della Potenza di Dio.
In entrambi i casi vi è il fine salvifico di Gesù che però viene allargato, tramite l’opera della Chiesa, a tutti noi e per tutti i tempi. La consapevolezza che le parole e i gesti nascondono fini più profondi rende l’insegnamento autoritario e gli interlocutori attenti partecipi a tali opere. L’Autorità è ascoltata: è questa l’esortazione che dovremo ricavare da questo brano evangelico.
Ma loro… non hanno creduto.