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Il testo ed il commento al Vangelo del 4 settembre 2016 –ย Lc 14, 25-33
XXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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- Pubblicitร -
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Terza settimana del Salterio
- Domenica – 23.a Tempo Ordinario
- Santo del giorno: S. Rosalia, Rosa
- Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione
- Liturgia: Sap 9, 13-18; Sal. 89; Fm 1, 9-10. 12-17; Lc 14, 25-33
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Lc 14, 25-33
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesรน. Egli si voltรฒ e disse loro:
ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non รจ in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non รจ stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puรฒ affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro รจ ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Cosรฌ chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commenti al Vangelo di Lc 14, 25-33
Commento a cura dei Monaci Benedettini
[ads2]Riceverei la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti.
Gesรน non si rifiuta di accettare inviti a pranzo dai notabili del tempo; non ha paura di farsi vedere insieme a chi non รจ accolto tra le simpatie della gente comune. Non vuol dare scandalo e neanche vuol approfittare delle generositร altrui. Egli va sempre e solo dove c’รจ bisogno di Lui, della sua parola, Parola di vita. Nel rispetto delle singole persone ha sempre quell’insegnamento e quella parola capaci di conversione.
Nell’episodio che oggi la liturgia ci propone, Gesรน si rivolge prima ai commensali e poi direttamente al padrone di casa, evidenziando – per correggere – delle eventuali ipocrisie. L’insegnamento di Gesรน รจ perรฒ per tutti noi. La contabilitร di Dio non รจ paragonabile alla nostra contabilitร . In genere noi, nelle nostre azioni, chiediamo sempre un contraccambio. I nostri gesti, anche quelli ispirati da sentimenti di piรน assoluta generositร , nascondono – talvolta – il desiderio di avere una ricompensa umana.
Il Signore ci chiede molto, anche quando operiamo nel bene, perchรฉ la nostra ricompensa sarร grande e commisurata all’amore che abbiamo donato nella nostra vita. E’ questa la vera vicinanza che Egli ci chiede; in una vita generosamente goduta troviamo il vero primo posto, quello che ci porta nel Cuore di Dio, cosรฌ grande, da accogliere tutti noi. Leggiamo allora questo episodio come il voler mettere veramente a fuoco ciรฒ che riteniamo di piรน importante nella nostra vita. Da un lato il plauso e la considerazione solo degli uomini, perchรฉ le nostre azioni e le nostre opere siano sempre favorevolmente accettate ed applaudite.
Dall’altro la proposta di Gesรน che in linea di principio non รจ in contrasto con questo nostro desiderio di essere sempre visti positivamente dagli altri. Gesรน chiede la coerenza nella nostra vita. Non stacchiamo mai il nostro sguardo dalla contemplazione del suo Volto. Scopriremo allora che l’umiltร che Gesรน ci chiede non รจ altro che riconoscere il nostro stato ed anche la possibilitร di intrecciare relazioni umane basate sull’amore vero e il reciproco rispetto. E allora riceveremo la nostra ricompensa, nella risurrezione dei giusti.