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Il testo ed il commento al Vangelo del 4 agosto 2016 – Mt 16, 13-23
XVIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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https://youtu.be/k09EMiiclvU
- Colore liturgico: Bianco
- Periodo: Seconda settimana del Salterio
- Govedì – 18.a Tempo Ordinario
- Santo del giorno: S. Giovanni M. Vianney (m)
- Crea in me, o Dio, un cuore puro
- Liturgia: Ger 31, 31-34; Sal 50; Mt 16, 13-23
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Mt 16, 13-23
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commenti al Vangelo di Mt 16, 13-23
Commento a cura dei Monaci Benedettini
[ads2]La fede interpella tutta la nostra esistenza.
Con questo passo del vangelo di Matteo si entra in un punto cruciale dello svolgimento della narrazione e del discorso sul Regno di Dio. L’identità di Gesù appare sfocata benché vi siano state parole e fatti che l’àbbiano manifestata.
Tuttavia, per gli altri rimane un grande profeta, un taumaturgo. La persona di Gesù, anche per coloro che ne hanno fatto esperienza diretta, resta contraddittoria, indefinibile. C’è qui però la risposta di Pietro che dà una svolta decisiva e pone Gesù come il Messia, il Salvatore. Ma l’affermazione di Pietro non ha niente a che fare con una semplice comprensione umana o amicale, essa si pone su un altro livello.
Il Cristo lo si può conoscere e proclamare, come sottolineerà lo stesso Gesù, solo attraverso la fede e la luce che ci viene da questa. La profondità del Cristo ci è rivelata lungo un cammino che passa per la croce e ci conduce alla pienezza della conoscenza. Questo è sottolineato dal fatto che nel medesimo passo è detto che Gesù inizia a parlare apertamente della sua passione. L’esperienza di fede non è una passeggiata senza impegno, ma interpella tutto il nostro essere e richiede una risposta (di vita) che non può essere vaga! Ciascuno, come diceva il Papa a Cracovia, deve lasciare un segno del proprio passaggio su questa terra…