III settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
- Periodo: Venerdì
- Il Santo di oggi: S. Giovanni Bosco (m); S. Geminiano; S. Marcella
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato
- Letture del giorno: 2 Sam 11,1-4.5-10.13-17; Sal 50; Mc 4, 26-34
- Calendario Liturgico di Gennaio
Leggi il brano del Vangelo odierno
Mc 4, 26-34
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.
Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
«Così è il regno di Dio».
È difficile per noi frettolosi, amanti dei primati, delle grandezze, del tutto e subito, immersi come siamo in un mondo che accelera in continuità i ritmi della vita fino a rischiare la frenesia, comprende la pazienza del buon Dio, le sue lunghe attese, i suoi silenzi, le sue apparenti fragilità, i suoi misteriosi progetti. Dovendo quindi descrivere il Regno di Dio, dell’onnipotente, noi siamo tentati di voler sentire e di stupirci delle sue meraviglie, della sua infinita potenza, a contemplare la sua forza invincibile. Vorremmo che il suo dominio, non avesse confini e il suo primato non conoscesse avversari, che nulla potesse condizionarlo. Invece Egli ci sbalordisce principalmente per la sua umiltà. Ecco il pensiero con cui Gesù vuole descrivere non un potente regno umano, ma quello eterno, divino: il regno di Dio.
“È come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa”. Ancora più disarmante è la seconda immagine del Regno: “È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto”. Un regno che è come un seme, un seme piccolo, ma che ha in sé in germe la potenzialità infinita di Dio stesso. Posiamo ricordare la creazione: “Egli ha detto, e tutto è stato fatto; comanda e tutto esiste”. Possiamo ricordare l’incarnazione: nasce un bambino, avvolto in fasce e posto in una mangiatoia. Posiamo ricordare la passione, morte e risurrezione di Gesù, la potenza infinita inchiodata ad un patibolo.
Possiamo immergerci nel piccolo di una piccola ostia consacrata; realtà umane che in modo eloquente ci convincono però che la presunzione umana ha bisogno dell’umiltà di Dio per riscoprire la propria vera grandezza e anelare a Regno che ci attende e che già possiamo “sentire” nel quotidiano nei piccoli semi della grazia divina.