Il commento al Vengelo del
30 Luglio 2018 su Mt 13, 31-35
Diciassettesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Lunedì
- Il Santo di oggi: S. Pietro Crisologo – memoria facoltativa
- Ritornello al Salmo Responsoriale:Â Hai dimenticato Dio che ti ha generato
- Letture del giorno: Ger 13,1-11; Sal da Dt 32; Mt 13, 31-35
- Calendario Liturgico di Luglio
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 13, 31-35
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini
Il granello di senapa ed il lievito.
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Nel brano evangelico di oggi, Gesù parla in parabole e usa immagini della vita comune palestinese: il granello di senapa e il lievito. Il Signore non ama un linguaggio colto; il suo insegnamento passa attraverso immagini semplici e comprensibili.
Non dobbiamo farci ingannare da ciò; Gesù infatti è attento alle cose più piccole ed insignificanti ma da esse trae degli insegnamenti profondi. E’ una considerazione importante; il nostro atteggiamento molte volte è opposto quando cerchiamo di esaltare troppo l’apparenza più che la sostanza. Anche nella vita possiamo essere attratti da molte cose che in realtà sotto il loro aspetto gradevole ed allettante si dimostrano superflue. Vi è un duplice rischio in questo atteggiamento legato all’apparenza.
Da una parte si rischia di non soddisfare le vere esigenze del corpo e dello spirito e dall’altro vi è il rischio di diventare noi stessi succubi di oggetti, macchinari e quant’altro riempie artificiosamente la nostra vita. La libertà dell’uomo e la sua dignità , così spesso proclamata, si perde in una schiavitù che alla fine banalizza la vita stessa.
Dal piccolo dunque, sì, e insignificante, ma al grande…, e importante.