Il commento al Vengelo giorno
del 28 Maggio 2019
su Gv 16, 5-11
VI Settimana del Tempo di Pasqua
Anno III/C
Colore liturgico: BIANCO
- Periodo: Martedì
- Il Santo di oggi:
- Ritornello al Salmo Responsoriale: La tua destra mi salva, Signore
- Letture del giorno: At 16, 22-34; Sal.137; Gv 16, 5-11
- Calendario Liturgico di Maggio
Gv 16, 5-11
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:
Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Ora vado…
Gesù parla della sua prossima ascensione al cielo, ci preannuncia così la festa di Domenica prossima, ma le sue parole risultano misteriose ed incomprensibili agli apostoli. Sentir dire dal Maestro: “ora vado da colui che mi ha mandato” genera in tutti loro paura e sconforto; quelle parole sembrerebbero smentire e contraddire altre solenni promesse che avevano ascoltato da Gesù: “Non vi lascio soli!”
Egli percepisce che la tristezza ha riempito il loro cuore perché si sentono già soli ed abbandonati. E’ difficile per noi comprendere che un distacco fisico e una lontananza incommensurabile non debba significare abbandono e solitudine; anzi Gesù ribadisce: “E’ bene che io me ne vada, perché se io non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore”.
Ecco come si perpetuerà la sua presenza, sarà la forza dello Spirito Santo a “convincere” il mondo “quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio”. La presenza vivificante ed illuminante dello Spirito ci consentirà una verifica circa il peccato come tradimento dell’Amore, generato dall’incredulità, circa la giustizia come atteggiamento di docilità a Dio per essere giusti al suo cospetto e circa il giudizio inteso come rinnovamento della storia con la sconfitta del male.
Tutti noi sperimentiamo che quel Gesù che è salito al Padre è più che mai presente nella nostra storia e nella nostra vita.