Il commento al Vengelo del
28 Luglio 2018 su Mt 13, 24-30
Sedicesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Sabato
- Il Santo di oggi:
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!
- Letture del giorno: Ger 7, 1-11; Sal 83; Mt 13, 24-30
- Calendario Liturgico di Luglio
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 13, 24-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini
Dio è più grande del nostro cuore!
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Le parabole che ci sono state proposte dalla liturgia durante questa settimana, vanno lette tutte in una chiave positiva. Anzi, direi che vanno riviste sotto una diversa luce: certamente più di qualcuno avrà usato tali passi evangelici per incutere timore e, prospettando per i réprobi fiamme, fuoco e zolfo, avrà contribuito a dare una visione distorta dell’economia della salvezza.
Gesù, attraverso questi insegnamenti ci dice che nessuno, non solo non deve disperare della salvezza, ma nemmeno deve affliggersi per l’ingiustizia che scopre intorno a lui e dentro di lui. «Dio è più grande del nostro cuore» (1Gv 2, 20b), è questo un insegnamento fondamentale della Parola di Dio.
Esso risulta essere punto di partenza per ogni rapporto equilibrato con il Signore ed è anche una vera palestra di riconoscimento tranquillo e sereno dei propri limiti e dei propri difetti, nella consapevolezza che tutto avrà compimento e risoluzione in Lui e attraverso di Lui. In tal modo, la «mietitura» non sarà più uno spaventapasseri, ma costituirà il termine di confronto per tutta la vita di fede, maturazione di una concezione religiosa che esce dall’infantilismo per divenire pienezza di una relazione con un «Tu» che dispiega tutte le potenzialità del nostro essere.
Ecco allora: «Accogliamo con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarci alla salvezza».