Il Vangelo del giorno, 26 Aprile 2020

Commento al Vangelo del 26 aprile 2020 a cura dei Monaci Benedettini –

III Settimana del Tempo di Pasqua – Anno A

  • Periodo: Domenica
  • Il Santo di oggi: S. Giovanni B. Piamarta
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Mostraci, Signore, il sentiero della vita
  • Letture del giorno: At 2, 14. 22-33; Sal 15; 1 Pt 1, 17-21; Lc 24, 13-35
  • Calendario Liturgico di Aprile

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.

Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini

Spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Il brano si apre con una nota apparentemente cronologica: “In quello stesso giorno, il primo della settimana”. L’appunto invece è strettamente liturgico, era il giorno della convocazione eucaristica della comunità che faceva memoria della risurrezione del Signore, già precisata al tempo degli apostoli. Gesù, dopo aver rimproverato i due discepoli delusi e disorientati dagli ultimi avvenimenti, “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”.

E’ questo il modo di leggere le sacre pagine, metodo seguìto nell’antico testamento dai rabbini e poi dai Padri della Chiesa: cogliere il senso profondo delle Scritture e di applicarlo agli avvenimenti del proprio presente. La comprensione delle scritture introduce nel mistero del Signore, ma non per questo lo dona, perché la partecipazione ad esso non è un fatto solo di conoscenza. Però ci si rende conto che “il Cristo doveva sopportare queste sofferenze per entrare nella sua gloria” e, solo così, si supera lo scandalo della croce, il suo e il nostro. La comprensione, non la semplice lettura, tuttavia porta nel contemplarla la gioia e la serenità nell’animo. “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi, quando ci spiegava le Scritture?”.

Senza la luce della Parola il mondo è buio e la notte, come fu notte quando Giuda lasciò il Cenacolo, scende nel cuore dei credenti. Ma l’esperienza dell’incontro con il Risorto tocca il suo àpice nel sacramento, nella “frazione del pane”. E’ qui che “si aprirono i loro occhi e lo riconobbero”. Le Scritture illùminano il cammino dei credenti, il sacramento – realtà di grazia – mette i discepoli in comunione di vita con il Risorto. Si direbbe che quei tre viandanti hanno celebrato insieme la messa: prima con la liturgia della parola; poi “quando furono a tavola, Gesù spezzò il pane e lo diede loro” come nell’ultima Cena, come in ogni eucaristia. “Ma lui sparì dalla loro vista”. Nel tempo presente l’esperienza cristiana è vera e autentica, ma siamo ancora nel cammino, nell’attesa della beata speranza.


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