Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
25 Dicembre 2016 – Lc 2, 1-14
Natale del Signore
- Colore liturgico: Viola
- Periodo: Domenica – NATALE DEL SIGNORE (s)
- Il Santo di oggi: S. Anastasia; S. Eugenia
- Oggi è nato per noi il Salvatore.
- Letture del giorno: Is 9, 1-3. 5-6; Sal. 95; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno – Lc 2, 1-14
Commento a cura dei Monaci Benedettini
La notte santa.
A Natale pensieri e riflessioni affollano la mente tanto che riesce difficile dare loro un ordine. Le Letture del Vangelo nelle tre liturgie eucaristiche: Mezzanotte, alba e giorno, vertono tutte sul grande mistero dell’Incarnazione. Mistero che si rende palese agli uomini nell’umiltà di una grotta, visitato da povera gente anche se annunziato dagli angeli.
Ma questa generazione nel tempo è preceduta, per così dire, dalla generazione eterna del Verbo di Dio: “In principio era i Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio!” Dopo tanta attesa, dopo tanti sospiri, ci si sarebbe aspettata una accoglienza ben diversa da parte del popolo eletto; invece: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto!”
E noi del XXI secolo come accoglieremo questa visita dall’Alto? E’ vero che il Natale getta nell’animo un senso di pace, di bontà, di apertura all’altro e di accoglienza. Sono sentimenti suscitati dal dolce e amabile Bambino che giace nella greppia di una grotta.
Se giovano creare una umanità più fraterna, almeno in parte hanno raggiunto lo scopo. Ma il Bambino chiede qualche cosa di più che un semplice ammansimento dei nostri sentimenti. Chiede cuori ardenti di amore che almeno tentino di ripagare quello immenso suo verso l’uomo che lo ha portato a tanta umiltà e annientamento.
Forse però consapevoli di tanta superficialità della maggior parte del nostro popolo, dobbiamo con amarezza notare tanta indifferenza e disinteresse come se Betlemme non li riguardasse. Eppure quel divino Infante tende la sue braccia per accogliere in particolare quelli che vivono lontano, forse immersi pienamente nelle realtà umane, senza alcuna aspirazione di essere liberati dalla loro schiavitù.
C’è bisogno urgente di scuoterci dalla nostra sonnolenza e metterci in sereno ascolto di quanto egli vuol comunicarci. -“Fermati – sembra implorarci il Bambino – Fermati, come ci ha ricordato il Santo Padre, Fermati a riflettere sulla tua vita, sull’indirizzo che le dai.
Sei proprio soddisfatto di te stesso, del tuo lavoro, della tua vita, del ruolo nella società, delle tue scelte?” Facilmente la evidente fragilità fa vacillare tutte le sicurezze. Dovrebbero essere queste le domande essenziali a cui dare una risposta concreta.
Siamo ben duri di cuore se dinanzi a quella povertà e annientamento del Verbo di Dio… non sentiamo alcun bisogno di cambiamento e i nostri cuori rimangono duri, impietriti da una indifferenza che è più offensiva dell’incredulità.
Il Signore è venuto PER NOI…