Il testo ed il commento al Vangelo
del 24 ottobre 2017 su Lc 12, 35-38
XXIX Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Martedì
- Il Santo di oggi: S. Antonio M. Claret (mf); S. Luigi Guanella; S. Proclo
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
- Letture del giorno: Rm 5,12.15.17-19.20-21; Sal.39; Lc 12, 35-38
- Calendario Liturgico di Ottobre
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno a cura dei Monaci Benedettini
Siate pronti!
Prima di addormentarci nel sonno della morte, rischiamo di cadere nel torpore della vita; ciò ci accade quando ci lasciamo coinvolgere dagli eventi, sedurre dal tempo e acquietare dalle cose che ci circondano, incapaci di guardare oltre, per aver perso lo scopo ultimo della nostra vita.
Diventiamo come viandanti che hanno smarrito la strada il cui incedere diventa vago e immotivato. “Siate pronti” ci risuono perciò come una sveglia dal torpore e dall’immobilismo, ci ricorda di essere dei viandanti che continuamente debbono cercare la strada e fare il giusto rifornimento per non restare privi di indispensabili energie. Solo così la vita acquista il suo vero significato: siamo in marcia verso una meta, sempre desti e pronti, camminiamo insieme, abbiamo la certezza che Qualcuno ci precede e ci indica la via.
L’attesa e la fatica non sono vane perché il Signore ci attende per farci sedere al banchetto del cielo insieme ai suoi santi. Ci percorre il pensiero di tante giovani vite, prive di mèta e di ideali, che soffocate dal nulla e dalla nausea, ricorrono ai falsi dèi, fino a procurarsi la morte, prima dell’anima e poi del corpo.
Forse non si è giunti in tempo a destarli dal torpore e innamorarli della vita!