Il testo ed il commento al Vangelo di oggi, 24 ottobre 2015
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XXIX Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Colore liturgico: bianco
Le letture del giorno: Rm 8, 1-11; Sal.23; Lc 13, 1-9
Lc 13, 1-9
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesรน il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesรน disse loro: ยซCredete che quei Galilei fossero piรน peccatori di tutti i Galilei, per aver subรฌto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollรฒ la torre di Sรฌloe e le uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoยป.
Diceva anche questa parabola: ยซUn tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovรฒ. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tร glialo dunque! Perchรฉ deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finchรฉ gli avrรฒ zappato attorno e avrรฒ messo il concime. Vedremo se porterร frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”ยป.
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C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commento al Vangelo
(a cura dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT) )
Purificati da Cristo anche nel corpo
[ads2]”Non c’รจ piรน nessuna condanna per quelli che sono in Cristo” – ci dice San Paolo. Quello che non era possibile alla legge, causa del peccato e delle nostre stridenti contraddizioni, “Dio lo ha reso possibile mandando il proprio figlio”, il quale ha preso la nostra carne di peccato e l’ha purificata con la sua carne, immolata sulla croce e resa cibo che rinnova e santifica la nostra. Siamo cosรฌ deificati in Cristo e di conseguenza resi finalmente capaci di vivere non piรน secondo i desideri della carne, ma dello spirito: abbiamo cosรฌ ripreso fiato, abbiamo ripreso quell’alito divino che sin dalle origini ci qualificava come figli di Dio, fatti a sua immagine e somiglianza. Nella prospettiva della fede non รจ piรน possibile interpretare gli eventi umani, anche quelli piรน catastrofici come castigo divino, ma solo come mรฒnito alla nostra negligenza e sollecitazione paterna ad una vera ed efficace conversione. La nostra vita, resa feconda da Cristo stesso, deve produrre frutti di vita e di santitร . Dio รจ un agricoltore paziente, ma non puรฒ soprassedere all’infinito, noi siamo indissolubilmente legati al tempo che ci รจ dato per aderire a Dio e conseguire la salvezza.