Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
23 Giugno 2017 – Mt 11, 25-30
XI Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Colore liturgico: Bianco
- Periodo: Venerdì
- Il Santo di oggi: SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ A (s); S. Giuseppe Cafasso
- L’amore del Signore è per sempre.
- Letture del giorno: Dt 7, 6-11; Sal.102; 1 Gv 4, 7-16; Mt 11, 25-30
- Calendario Liturgico di Giugno
Mt 11, 25-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno – Mt 11, 25-30
A cura dei Monaci Benedettini
Sacratissimo cuore di Gesù.
“Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini”, così il nostro Redentore si rivelava ad una sua devota ed innamorata, Santa Margherita Maria Alaquoque. Oggi celebriamo quell’amore che è stato riversato nei nostri cuori, che ci ha meritato la salvezza, che ci ha liberati dal male, ci ha riconciliati con il Padre, ci ha fatto riscoprire la fraternità tra noi. Quando gli studiosi hanno esaminato il miracolo eucaristico di Lanciano hanno scoperto che l’ostia diventata carne umana, è una sezione del miocardio; hanno voluto dirci così che Gesù ci dona il suo cuore per stabilire una perfetta comunione con noi.
[ads2]L’evangelista Giovanni, che nell’ultima cena posò il suo capo sul petto del Signore, ebbe il privilegio di sentirne il pulsare intenso mentre egli stava per celebrare la prima consacrazione e poi iniziare la sua crudelissima passione. Maria di Magdala sentì in lei i salutari effetti di quell’amore, si sentì amata, perdonata e convertita, e con lei una schiera di peccatori, di uomini e donne oppressi dal male fisico e spirituale. Chi di noi non ha sentito con la gioia del perdono l’intensità di quell’amore? Chi dopo una comunione eucaristica non si è sentito amato, preso, coinvolto, immerso in quel cuore? La Chiesa ha preso coscienza della perennità di quell’amore, legato al memoriale della sua passione, morte e risurrezione, legato alla fedeltà dei suoi, alla santità di tanti e tante, che lo hanno testimoniato con il martirio e con l’eroicità della virtù cristiane.
Siamo certi che il cuore di Cristo pulsa ancora nel nostro mondo e non smette di amarci anche quando abbiamo la triste impressione che alte barriere e muri siano stati eretti tra noi e Lui. Egli è venuto proprio per abbattere il muro di separazione che il peccato aveva innalzato. In quell’amore egli si rivela ai piccoli, da quell’amore siamo guidati verso il vero bene, in quel cuore troviamo conforto quando siamo affaticati ed oppressi, lì troviamo ristoro, lì pregustiamo i primi bagliori della nostra finale risurrezione. È santa energia per noi, è la forza di Dio in noi, per portare i nostri pesi, per fare della fatica della nostra vita l’offerta quotidiana del nostro volontario tributo di gratitudine e di lode a Cristo e in Lui alla Trinità beata. È un cuore aperto e radioso quello che Cristo ancora oggi ci si mostra, è trafitto dal peccato, ma irradia ancora la sua grazia che ci santifica, che ci purifica e ci rende santi.
Oggi fissiamo quel cuore umano e divino, ci immergiamo in esso e ci specchiamo in esso per sorbirne lo splendore, per sintonizzarci con quei battiti, per fargli sentire la nostra infinita gratitudine nello sforzo quotidiano di ripeterne le virtù e di imitarne l’intensità.