Commento al Vangelo del 20 marzo 2020 a cura dei Monaci Benedettini โ
III Settimana del Tempo di Quaresima โ Anno A
- Periodo: Sabato
- Il Santo di oggi: S. Nicola di Flue; S. Benedetta C. Frassinello
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Voglio lโamore e non il sacrificio
- Letture del giorno: Os 6, 1-6; Sal.50; Lc 18, 9-14
- Calendario Liturgico di Marzo
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.
Audio PlayerCommento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Nel cuore della preghiera.
NellโOrdine benedettino si festeggia oggi san Benedetto. Per comoditร dei nostri lettori perรฒ commentiamo la liturgia del giorno.
Tra i vari moventi della preghiera dobbiamo mettere tra i primi posti da una parte la consapevolezza della nostra estrema povertร e dellโaltra la certezza che colui che invochiamo รจ in grado di soccorrerci. Tutto ciรฒ sgorga essenzialmente dalle tre virtรน teologali, che ci orientano verso Dio: la fede, la speranza e la caritร . Tutte le virtรน cristiane sono perรฒ correlate tra loro, per cui le individuiamo subito unโaltra, che costituisce un indispensabile supporto a quelle menzionate: lโumiltร . Essere umili significa riconoscere ciรฒ che siamo, riconoscere con la migliore gratitudine i doni di Dio, riconoscere nella sua veritร sia il bene di cui siamo capaci, sia il male di cui siamo responsabili. Sono queste le migliori premesse della preghiera. I due protagonisti del vangelo odierno si contrappongono nettamente offrendoci lโuno una bella testimonianza di preghiera autentica, lโaltro un cattivo esempio di umana presunzione. Il fariseo infatti fa vanto delle sue azioni e, pur ringraziando Dio, le attribuisce a se stesso. La sua, piรน che una preghiera, รจ un soliloquio di autogratificazione.
Con un giudizio assolutamente personale, si ritiene migliore degli altri uomini, migliore anche del pubblicano, che guarda con sufficienza e disprezzo. Piรน che pregare, egli ci da lโimpressione di chi sta presentando al Signore le proprie credenziali; non ha nulla da chiedere, ha solo da offrire, con palese orgoglio, la sua presunta giustizia. Comโรจ diverso lโatteggiamento del vero orante: il pubblicano, riconoscendosi peccatore, si tiene a doverosa distanza da Dio e, in una serena mortificazione, non osa neanche di levare gli occhi verso il cielo, verso la dimora del Dio altissimo. Si riconosce reo di peccato e, mosso da sincero pentimento, si batte il petto e implora la misericordia divina: โO Dio, abbi pietร di me, peccatoreโ.
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ร illuminate per noi la conclusione che Gesรน trae al termine della parabola: โIo vi dico: questi tornรฒ a casa sua giustificato, a differenza dellโaltro, perchรฉ chi si esalta sarร umiliato e chi si umilia sarร esaltatoโ. Abbiamo una evidente e pressante alternativa: o accettare ed adeguarci alle sfide innumerevoli che il mondo ci lancia e in questo caso lโorgoglio รจ sicuramente lโarma piรน efficace, o fidarci di Dio e affidarci a lui come umili mendicanti, ma stracolmi di fiducia in lui.