Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
21 Gennaio 2017 – Mc 3, 20-21
II Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Colore liturgico: Rosso
- Periodo: Venerdì
- Il Santo di oggi: S. Agnese (m); S. Epifanio; S. Albano Roe
- Ascende Dio tra le acclamazioni.
- Letture del giorno: Eb 9, 2-3.11-14; Sal.46; Mc 3, 20-21
Mc 3, 20-21
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno – Mc 3, 20-21
Commento a cura dei Monaci Benedettini
Gesù Cristo è l’agnello di Dio.
Oggi è Sant’Agnese Vergine e Martire. Era cristiana venne perciò crudelmente decapitata (a 12 anni!) sotto la terribile persecuzione di Diocleziano (304). Sant’Ambrogio ne ha fatto la stella del suo episcopato milanese, cantando in tutti i toni la bellezza, la soavità e la fortezza dell'”agnella” che ha vinto il dragone, realizzando in sé le mistiche nozze che l’Agnello Immacolato celebra con la Chiesa, sua Sposa.
E ora ascoltiamo che cosa ci dice la Parola di Dio di oggi: Gesù, come fa il sommo sacerdote ebraico annualmente, è entrato nel santuario una volta sola, e non con il sangue degli animali, con il proprio sangue. Ma nel caso di Gesù si tratta del santuario della sua umanità trasfigurata dalla potenza di Dio.
Lo spirito eterno sta all’origine della sua offerta per amore. Di qui deriva l’efficacia radicale dell’autodonazione di Gesù che fa passare i credenti dalla schiavitù del peccato al servizio del Dio vivente. In questa nuova prospettiva si intuisce qual è il nucleo del culto cristiano come partecipazione all’offerta di Gesù.
Nella donazione di Gesù a Dio, l’umanità, di cui egli è rappresentante, passa dalla schiavitù del peccato al servizio del Dio vivente. È un dono gratuito del Dio di Gesù ad ogni uomo che si affida a lui. Con Gesù possiamo allora applaudire Dio ed acclamarlo perché ci chiama a lavorare per il suo regno.
Nel vangelo, forse il più breve di tutto l’anno, Gesù, secondo il buon senso comune, è esagerato. Questo è il primo sintomo di quella tensione con l’ambiente parentale che attraversa la prima parte del vangelo di Marco. In tal modo egli mette in guardia i lettori di tutti i tempi contro la tentazione di ridurre l’immagine di Gesù a quella commisurata ai propri schemi, fossero pure suggeriti dal cosiddetto buon senso.
Non basta la vicinanza fisica o il legame di parentela per capire il mistero di Cristo.