Il testo ed il commento al Vangelo
del 21 dicembre 2017 su Lc 1, 39-45
III Settimana del Tempo di Avvento – Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Periodo: Giovedì
- Il Santo di oggi: S. Pietro Canisio; S. Michea pr.
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo.
- Letture del giorno: Ct 2, 8-14; Sal 32; Lc 1, 39-45
- Calendario Liturgico di Dicembre
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 1, 39-45
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno a cura dei Monaci Benedettini
Il Signore è lo sposo che dona l’entusiasmo dell’annuncio.
La strada che percorre Maria da Nazaret ad Ain Karem è quella stessa percorsa dall’arca quando il re Davide la trasportò attraverso il paese di Giuda fino a Gerusalemme. Per quella stessa strada camminerà Gesù quando si metterà risolutamente in viaggio verso Gerusalemme. Tre viaggi, quello dell’arca, di Maria e di Gesù, che segnano tutti lo stesso cammino di Dio diretto verso l’umanità vecchia e bisognosa. Due madri, di ben diversa età, s’incontrano in un unico inno di lode a Dio.
Il motivo dell’incontro è per Maria il desiderio di portare aiuto a chi è nel bisogno e di riconoscere il segno dato dal Signore attraverso Elisabetta, inserendosi così nel grande piano di Dio. Chi segue Dio ed è ripieno del suo spirito cammina con cuore generoso e con animo aperto anche per strade faticose. Nella prima lettura troviamo un brano tratto da un libro poco usato nel Lezionario. La lettura di questo libro dev’essere profetico-escatologica. Si tratta dell’amore tra Dio e Israele che si svolge come una storia ricorrente nell’attesa dell’unione idilliaca finale. Col ritorno della primavera, quando le piogge trasformano in prati verdeggianti anche i terreni più aridi della Palestina, lo sposo pastore riporta al paese le greggi che aveva spinto lontano, durante l’inverno, alla cerca di pascoli.
È il momento tanto atteso dalla sposa che può rivedere finalmente il suo diletto e bearsi del suo affetto. Tutta un’importante tradizione biblica indica Dio come lo sposo della nazione santa. Nel Nuovo Testamento Gesù è chiamato lo sposo e la Chiesa ne è la sposa. L’uomo deve impegnarsi ad aprire l’anima e accogliere il paterno amore che Dio porta a ciascuno con la totalità dell’attenzione e dell’amore. Quando egli è così preparato all’ascolto, da dare a Dio ciò che egli cerca, ne sente la voce: «Alzati…».
Il salmo 32 è un invito a lodare Dio, creatore provvido. Dalle manifestazioni dell’onnipotenza creatrice della divina parola, lo sguardo del salmista si addentra più a fondo nella contemplazione del mistero di Dio: rettitudine e fedeltà, diritto e giustizia appartengono a lui.