Sabbato sancto Ecclesia ad sepulcrum Domini immoratur, passionem eius et mortem necnon descensum ad inferos meditando, eius resurrectionem ieiunio et oratione expectando. Hac die Ecclesia ab Eucharistiae celebratione omnino abstinet.
Oggi non si fa celebrazione alcuna: la Chiesa rivive il mistero della sepoltura di Gesù. Sembra che la storia di Gesù sia finita. Ma come recita il “Credo”, egli discende agli inferi: a premiare la speranza degli antichi giusti.
Il Sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione.
L’attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni.
- Tu che hai annunciato la vita e la risurrezione alle anime che erano nello sheol, abbi pietà di me, o Dio.
- Tu che sei disceso nello sheol tra i morti e hai annunciato la vita a coloro che vi riposavano, abbi pietà di me, o Dio.
- Tu che hai visitato i morti nelle loro tombe di ombra, abbi pietà di me, o Dio.
- Tu che con la tua voce dolce hai chiamato i santi nel loro riposo, abbi pietà di me, o Dio.
- Tu che hai avuto pietà della polvere di Adamo e l’hai innalzato dalla corruzione, abbi pietà di me, o Dio.
- Tu che ti sei sdraiato nel letto dei morti e hai loro liberati dalla morte, abbi pietà di me, o Dio.
…sepolcro vivificante da dove ci vengono tutti i beni, sepolcro vivificante per mezzo di cui la nostra razza umana è innalzata dalla morte, sepolcro vivificante dove si adempie la nostra salvezza e la speranza della risurrezione… sepolcro vivificante che fa cadere la rugiada di misericordia, di compassione e di risurrezione sulle ossa dei morti…
Dalla Liturgia Siro-Orientale
Da un’antica “Omelia sul Sabato Santo”
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.
Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il figlio suo vanno a liberare dalle sofferenza Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite ! A coloro che erano nelle tenebre: siate illuminati !
A coloro che erano morti: risorgete! A te comando: svegliati, tu che dormi ! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi, opera delle mie mani ! risorgi mia effige, fatta a mia immagine ! Risorgi, usciamo di qui!
Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti.
Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale.
Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.