Il Vangelo del Giorno, 21 aprile 2016, Gv 13, 16-20

Il testo ed il commento al Vangelo del 21 aprile 2016 – Gv 13, 16-20 – IV Settimana del Tempo di Pasqua.

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  • Colore liturgico: bianco

Le letture del giorno: At 13, 13-25; Sal.98; Gv 13, 16-20

Gv 13, 16-20
Dal Vangelo secondo Giovanni

‡ In quel tempo, dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» .

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commento al Vangelo di Gv 13, 16-20

Gv 13, 16-20

Commento a cura dei Monaci Silvestrini

[ads2]La Misericordia, nostra madre…

«In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone» (Gv 13, 16). Per tuo dono, Signore, siamo quello che siamo: ci hai donato la vita, ci hai permesso di alzare gli occhi al cielo e di chiamare Padre chi è infinitamente più grande di noi…

Siamo stati pensati e plasmati dalla Misericordia, ne siamo figli, eppure le somigliamo poco! La Misericordia si mette al servizio dell’uomo, perché lo ama, e con spontaneità e generosità parla al suo cuore. La Verità abita dove c’è la Misericordia; la pace regna dove alla Misericordia è lasciato lo spazio necessario per dilatarsi ed esprimersi liberamente; la luce illumina le menti quando la Misericordia è riconosciuta e accettata come realtà nella quale siamo immersi…

Sì, siamo immersi in essa come quei piedi immersi nell’acqua purificatrice agitata dalle mani del nostro Signore, che non si è risparmiato di chinarsi per elevare la nostra dignità. Egli ci ha indicato più volte la beatitudine dei poveri ed umili di cuore, di coloro che come Lui, servono gratuitamente e mèritano di sperimentare la gioia profonda e liberatrice del dono di sé.

Quel dono che si esprime anche in misericordia, ricevuta e donata.

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