Il commento al Vengelo del
19 Luglio 2018 su Mt 11, 28-30
Quindicesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Giovedì
- Il Santo di oggi:
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Il Signore dal cielo ha guardato la terra
- Letture del giorno: Is 26, 7-9. 12. 16-19; Sal 101; Mt 11, 28-30
- Calendario Liturgico di Luglio
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 11, 28-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini
Il ristoro per le nostre anime.
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Fatica e oppressione ci accompagnano inevitabilmente per quel lento e inarrestabile accumulo di pesi che quotidianamente si posano sulle nostre spalle e gravano sul nostro spirito.
È la fatica del nostro ritorno a Dio da cui ci eravamo allontanati, è la fatica del deserto e degli aneliti inappagati. Soffriamo sete e fame e l’inedia genera stanchezza. L’orientamento ci risulta difficile e siamo soggetti a smarrimenti che rendono tortuose le nostre strade e sempre troppo lontana la meta da raggiungere.
Che tristezza vagare senza meta, anelare ad essa e non poterla raggiungere! La nostalgia della casa paterna mai ci abbandona, la fame e la sete ci ricordano il cibo abbondante di cui godevamo un tempo, ora però tutto ci risulta difficile e faticoso.
Non ci sfugge il pensiero che stiamo tutti, con pesi più o meno grandi, scalando il nostro personale calvario. Così ci coglie e ci descrive Cristo in questo nostro tempo e per questo ci rivolge un fraterno invito: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”. Il primo gesto che egli ci chiede è quello di “andare” da lui; vuol dirci che egli è la “via” sicura, l’orientamento che non sapevamo trovare da soli, l’approdo a cui tendevamo senza poterlo raggiungere.
Ritrovare la strada dopo vari smarrimenti è sicuramente morivo di grande gioia, è il primo ristoro di cui vuol farci godere. Accettare la guida dopo aver vagato in solitudine smarrendoci è un segno di vera umiltà, ma anche il presupposto per ulteriori progressi. Ci mettiamo così alla scuola di Cristo per imparare ad essere come lui miti ed umili di cuore. Mitezza ed umiltà sembrerebbero secondo i nostri calcoli, limiti e non motivi di forza.
In realtà sono le virtù che fanno spazio a Dio e ci consentono di sentire dentro la misteriosi forza, che rende leggeri i nostri pesi e soave il giogo. Riusciamo solo così a convincerci che quanto il Signore ci chiede e ci indica amorevolmente con i suoi precetti ci risulteranno leggeri e soavi nella misura in cui ci siamo convinti che sono gli strumenti indispensabili per continuare il nostro cammino speditamente verso la meta e la via sicura per raggiungerla.
Attenzione a non preferire stoltamente i nostri sentieri tortuosi e privarci della santa energia divina; ci ritroveremmo fuori strada e stremati sotto i nostri pesi diventati insopportabili.