Il testo ed il commento al Vangelo del 16 Settembre 2017
Lc 6, 43-49
XXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
- Colore liturgico: Rosso
- Periodo: Sabato
- Il Santo di oggi: Ss. Cornelio e Cipriano (m); S. Eufemia; S. Ludmilla
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.
- Letture del giorno: 1 Tm 1, 15-17; Sal.112; Lc 6, 43-49
- Calendario Liturgico di Settembre
Lc 6, 43-49
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno – Lc 6, 43-49
A cura dei Monaci Benedettini
L’uomo, l’albero e il frutto.
L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore. Il bene del nostro cuore sono i frutti che noi produciamo. L’albero buono, infatti si riconosce dai suoi frutti. Così anche l’uomo si riconosce dalle sue opere. Uno che non fa ciò che il Signore ha detto di fare si può chiamare Cristiano?
Sul marciapiede giaceva un giovane, è passato uno che chiamavano medico, era medico? Nella stanza a fianco da un’ora sta piangendo un bimbo, quella che sta guardando la telenovèla è forse sua madre? In un convento ogni frate va per conto suo, colui che dice di essere guardiano lo è davvero? Le parole valgono poco.
Non contano nemmeno le invocazioni al Signore, se non sono accompagnate dal compimento della sua volontà. Occorre l’ascolto e la pratica. Diversamente la vita diventa precaria, senza fondamenti. A parole o con le intenzioni siamo tutti cristiani perfetti.
Proviamo ad esserlo anche con i fatti.