Il commento al Vengelo del
14 Settembre 2018 su Gv 3, 13-17
Ventitreesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B
- Colore liturgico: ROSSO
- Periodo: Venerdì
- Il Santo di oggi: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Non dimenticate le opere del Signore!
- Letture del giorno: Nm 21, 4-9; Sal 77; Fil 2, 6-11; Gv 3, 13-17
- Calendario Liturgico di Settembre
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Gv 3, 13-17
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini
Ti saluto, o croce santa!
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È il canto pasquale del Venerdì santo che accompagna i fedeli mentre si accingono all’adorazione della croce. Il saluto oggi diventa una festività, una esaltazione che riguarda in primo luogo Colui che umiliandosi per noi si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Dio stesso lo ha poi esaltato perché ogni ginocchio si pieghi in cielo e in terra e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore. Celebriamo quindi la gloria di Dio Padre, la nostra liberazione e tutto quel grandioso evento salvifico che noi chiamiamo redenzione, salvezza, riscatto. Tutto ciò ci infonde un salutare pensiero: anche noi indissolubilmente legati alla croce, alla sofferenza, frutto del peccato, veniamo esaltati perché redenti, perché anche noi candidati alla risurrezione con Cristo.
Abbiamo la grande occasione di recuperare appieno la fiducia nella salvezza e superare finalmente quell’angoscia che ci opprime quando sperimentiamo invece le amare delusioni che ci propiniamo vicendevolmente noi poveri mortali. Quella croce, prima riservata come umiliante condanna agli schiavi, e noi tutti lo eravamo, segno di ignominia, ora è diventato segno di una definitiva vittoria. Per questo San Giovanni ci ricorda che «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui».
Quindi è un mistero di amore quello che oggi volgiamo celebrare con l’esaltazione della santa croce. È il giorno della gratitudine, che dobbiamo esprimere con tutta la nostra vita, ma anche semplicemente impegnandoci a fare bene, con attenzione e devozione il segno della croce.