Il commento al Vengelo del
13 Novembre 2018 su Lc 17, 7-10
Trentaduesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B
- Colore liturgico: VERDE
- Periodo: Martedì
- Il Santo di oggi:
- Ritornello al Salmo Responsoriale: La salvezza dei giusti viene dal Signore
- Letture del giorno: Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc 17, 7-10
- Calendario Liturgico di Novembre
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 17, 7-10
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini
“Siamo servi poveri, abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
La similitudine a cui Gesù ricorre per spiegare ai discepoli la loro situazione davanti a Dio, quando hanno compiuto il loro dovere, era conosciuta dai suoi ascoltatori e non suscitava quella meraviglia che oggi produce in noi.
Le cose stavano così, e nessuno le contestava o le metteva in dubbio. “Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?”. Questo insegnamento di Gesù contiene una critica verso la mentalità di chi ritiene che le opere buone compiute, come l’osservanza della Legge, costituirebbero dei diritti dinanzi a Dio, con il quale si instaurerebbe un rapporto da pari. “Anche voi, quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
In un tempo come il nostro, nel quale l’esaltazione di ogni diritto sembra essere l’unico stile di esercitare la propria dignità umana, è molto importante ricordarci che dinanzi a Dio noi continuiamo a essere i poveri servi.
Questa definizione che Gesù ci ha dato, definizione che egli visse fino alla consumazione di se stesso dinanzi a Dio, non la dobbiamo affatto considerare umiliante per noi. Noi siamo veramente suoi. E’ dunque giusto che, comportandoci come suoi, noi lo serviamo con amore in quel progetto che egli ha preparato per noi.
L’autentico discepolo di Cristo, che venne per servire e non essere servito, sa molto bene di chi si è fidato e in quale mani generose sta la sua ricompensa. E’ ciò che diceva l’apostolo Paolo al termine della sua vita, dedicata interamente al Vangelo.
Gesù disse anche che chi vuole essere il primo diventi l’ultimo e il servo di tutti. Il nostro maggior titolo di gloria consisterà nell’essere diligenti servitori di Dio e dei fratelli. Facciamoci oggi questo proposito… e magari non verso gli “amici” ma verso “i lontani”…