Il Vangelo del giorno, 12 Aprile 2020

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Commento al Vangelo del 12 aprile 2020 a cura dei Monaci Benedettini –
Domenica di Pasqua della Risurrezione – Anno A

  • Periodo: Domenica
  • Il Santo di oggi: 
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo
  • Letture del giorno: At 10, 34. 37-43; Sal. 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9
  • Calendario Liturgico di Aprile

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.

Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini

Cristo – luce del mondo.

Nella Veglia pasquale il Triduo raggiunge il suo culmine sacramentale. Infatti nel nucleo più originale della Pasqua questa veglia è come una sintesi di tutta la liturgia annuale, perché, attraverso una prolungata celebrazione della Parola di Dio e poi della Liturgia della Luce e dell’Acqua, ricùpera tutta la ricchezza del simbolismo, che ci permette di accostarci realmente al mistero. L’introduzione della liturgia della luce (benedizione del fuoco e del cero pasquale) con il canto dell’annuncio della resurrezione ci introduce nella nuova ed eterna alleanza ricostituita fra Dio e l’umanità in Cristo Gesù. La luce è la prima opera della creazione. Ora dal fuoco – luce si accende il cero pasquale, simbolo della luce di Cristo, luce che possiede, ha attraversato le tenebre del mondo, della storia e del peccato. La storia della salvezza viene rievocata a tappe nelle letture bibliche in chiave pasquale. La creazione diviene ora ri-creazione dalla risurrezione del Signore. Il sacrificio di Abramo è figura del sacrificio di Cristo, vero agnello che toglie il peccato del mondo. L’alleanza, figura nuziale fra Dio e il popolo, è destinata ora a divenire una comunità di discepoli con il Signore. La benedizione dell’acqua del fonte, che richiama il compimento di tanti riferimenti biblici, ci prepara alla celebrazione del Battesimo, o almeno alla rinnovazione dei nostri impegni battesimali. Cristo è risalito dalle acque della morte come noi risorgeremo dal sepolcro, divenuto come il seno materno, fecondo di vita nuova. La commensalità col Risorto diventa per noi il segno sacramentale più efficace per un cammino verso il nostro compimento.

Alleluia! Il Signore della vita è risorto. Come Simon Pietro e l’altro discepolo corriamo anche noi verso quel sepolcro vuoto. Davanti ad esso è stata proclamata la grande rivelazione angelica alle donne, lì accorse per prime: “E’ risorto! Non è qui!” La celebrazione eucaristica del Risorto ci invita a comprendere che l’oggetto della nostra fede non è solo “confessare con le labbra che Gesù è il Signore”, ma anche a credere col cuore, che la salvezza, che proviene dal Risorto, passa attraverso questo memoriale della Pasqua del Cristo. Il Risorto ci ha donato la vita, ma ci comunica anche il potere di dare anche a noi la vita ai fratelli per amore, a imitazione sua, “l’amore di Cristo ci spinge verso l’altro”.
(commento per la messa del giorno e della messa vespertina qui sotto)

Giorno di Pasqua

Questo è il giorno di Cristo Signore, alleluia
La principale domenica di tutto l’anno liturgico celebra un evento straordinario e decisivo nella Storia dell’umanità: la risurrezione di Gesù Cristo. “Questo è il giorno di Cristo Signore, alleluia”.
I testi biblici indicati per la liturgia eucaristica del giorno costituiscono testimonianze certe sulla presenza del Risorto. Gli Atti degli Apostoli trasmettono la predicazione di Pietro che ricorda la testimonianza dei profeti: “Chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo Nome”. Davvero la salvezza è stata attuata grazie al sacrificio del Signore. Ai Colossesi, Paolo indica una strada: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”. Il cambiamento di impostazione di vita è totale e definitivo. Ai cristiani di Corinto, l’apostolo canta: “Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato… Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità”. L’invito è categorico: riflettendo sulla propria fragilità, il battezzato avverte l’urgenza della conversione, e ringrazia Dio per il dono della liberazione. Con l’antica sequenza “Victimae paschali laudes”, si propone: Alla vittima pasquale s’immoli oggi il sacrificio di lode. L’agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. I brani del vangelo riferiscono l’avvenuto miracolo: il sepolcro è vuoto; Gesù è risorto. La buona notizia si trasmette rapidamente. La fede della Chiesa non si stanca mai di contemplare in adorazione l’attuazione del progetto di salvezza. Ogni battezzato è davvero un uomo nuovo, che partecipa al dono della risurrezione con una adesione libera e cosciente, con un impegno di vita nuova, nello Spirito santo. I numerosi testi biblici proclamati nella Veglia pasquale sono un riassunto delle principali tappe della Storia sacra, che è orientata verso la nascita del nuovo Popolo di Dio.

Messa vespertina del giorno di Pasqua

Nella messa vespertina, il testo del Vangelo è Luca 24,13-35: due pellegrini lasciano Gerusalemme, scoraggiati e delusi dal ricordo degli ultimi eventi. “Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele”. Gesù in persona, ma non identificabile, si accostò e camminava con loro; ma i pellegrini non lo riconobbero. Mediante il ricorso ai testi sacri, da Mosè e da tutti i profeti, Gesù spiegò ciò che lo riguardava; il contatto spirituale avviene; il loro cuore si commuove. Giunti nel villaggio di Emmaus, dove erano diretti, invitano questo viandante a cena; egli benedisse il pane, lo spezzò e lo diede loro, poi sparì. Allora lo riconobbero, e tornarono in fretta a Gerusalemme per comunicare il prodigio. L’identità di Gesù fu avvertita nello spezzare il pane: da quel giorno il gesto eucaristico (istituito il Giovedì Santo) è stato sempre il segno distintivo della comunità ecclesiale. In questo modo il Signore Risorto ha creato una comunità nuova, che partecipa al suo Corpo e al suo Sangue, cibo di vita eterna e bevanda di salvezza.