Il Vangelo del Giorno, 10 ottobre 2016, Lc 11, 29-32

1198

[divider style=”solid” top=”10″ bottom=”10″]

Il testo ed il commento al Vangelo del
10 Ottobre 2016 – Lc 11, 29-32

XXVIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

[divider style=”solid” top=”10″ bottom=”10″]

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]

[one_half]

Lc 11, 29-32   

- Pubblicità -

  • Colore liturgico: Rosso
  • Periodo: Terza settimana del Salterio
  • Lunedì – 28.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Daniele vescovo missionario
  • Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre
  • Liturgia: Gal 4,22-24. 26-27.31 – 5, 1; Sal 112; Lc 11, 29-32

[/one_half][one_half_last]

Lc 11, 29-32
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

[ads2]

[/one_half_last]

[/box]

Commenti al Vangelo di Lc 11, 29-32

Commento a cura dei Monaci Benedettini

A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.

“Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona”. La mancanza di fede induce a cercare segni e prodigi straordinari. Vorrebbe un Dio che dà spettacolo di potenza e di onnipotenza secondo i criteri umani. Egli nella Rivelazione ci ha fatto conoscere tutto quanto ci occorre per essere illuminati dalla verità e ben alimentati nella fede.

Inoltre le folle che si accalcavano intorno a Gesù avevano il privilegio di appartenere al popolo eletto, al primo depositario della parola rivelata. La storia di quel popolo, purtroppo è però cosparsa di tradimenti e di infedeltà. Anche l’ultima e la più grande ed evidente manifestazione, Gesù, Verbo incarnato, il segno per eccellenza della manifestazione del Padre, viene accolto con la contestazione, la diffidenza, l’aperta avversione.

Neanche il segno di Giona, sarà sufficiente ad indurre alla conversione e alla fede. Gesù dirà: “Ecco ben più di Giona c’è qui!”. Dobbiamo implorarlo ed alimentarlo continuamente il dono della fede. L’arroganza conduce alla malvagità: c’è una ricorrente tentazione per l’uomo, quella di pretendere di scrutare e giudicare i pensieri di Dio. Egli già ci ha ammonito solennemente: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.

Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”. Quindi non sono i segni su nostra richiesta che possono convincerci dell’esistenza di Dio e delle sue spontanee teofanìe, ma l’umile accoglienza della parola di Dio e del Vangelo di Gesù Cristo è la fonte sufficiente da cui possiamo e dobbiamo attingere tutte le verità che ci occorrono per la nostra salvezza.

Articolo precedente#Poesia e #Vangelo del giorno – 10 ottobre 2016
Articolo successivoCommento al Vangelo del 16 ottobre 2016 – p. Fernando Armellini