Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
1 Dicembre 2016 – Mt 7, 21.24-27
Prima Settimana del Tempo di Avvento
- Colore liturgico: Viola
- Periodo: Prima settimana del Salterio
- Giovedì – Prima settimana di Avvento
- Il Santo di oggi: S. Eligio; B. Clementina N. Anuarite; B. Charles de Foucauld
- Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
- Letture del giorno: Is 26, 1-6; Sal.117; Mt 7, 21.24-27
Mt 7, 21.24-27
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno – Mt 7, 21.24-27
Commento a cura dei Monaci Benedettini
Fede e opere.
La fiducia piena nei piani meravigliosi di Dio apre il cuore e la lingua al canto di vittoria. E’ quanto ci propone Isaia nella prima lettura. Un duro contrasto contrassegna questo brano, del resto non insolito: Dinanzi alla città forte, situata sulla roccia, ci viene mostrata la devastazione di una città che sembrava intramontabile, l’orgogliosa Babilonia, rasa al suolo, calpestata dai piedi di quanti essa teneva oppressi e ridotti in povertà.
Ancora una volta viene dimostrata la verità della inconsistenza delle realtà umane se non sono fondate in Dio, l’unico eterno.
Ogni impero o personaggio giunto al potere tirannico nella sua prepotenza e tracotanza dava e dà l’impressione di essere eterno. Ma si sa che ogni realtà umana vive la sua parabola di ascesa e di declino. Tanto che si può esclamare con la scrittura, con animo quasi incredulo ed ammirato: Come mai anche tu sei caduto, tu che credevi di scalare il cielo?
Non sarebbe inopportuno richiamare qualche vicenda dei nostri tempi a livello mondiale, come a livello nazionale o personale.
L’uomo come tutte le realtà umane, dovrebbero imparare a vivere la propria caducità, precarietà e relatività. Il brano del vangelo ci richiama a esprimere la propria fede non tanto con la bocca, quanto con la vita vissuta nella fedeltà alla parola di Dio. Solo chi compie la volontà del Signore potrà raggiungere il regno di Dio. Non basta dire: “Signore, Signore” ma occorre far seguire le opere.
Nelle parole del Signore ci è concesso di scoprire la causa di tanti fallimenti nella vita individuale, familiare, di gruppi ecclesiali.
La casa costruita sulla sabbia, vale a dire sui soli valori umani, non ha consistenza, non riesce a superare le difficoltà che dovrà affrontare. Chi manca di fede nelle realtà dello spirito, si trova indifeso dinanzi alle tante situazioni che la società crea senza fornire, i mezzi per viverle e superarle…
Che dire poi delle difficoltà della vita di coppia, del pericolo che ciascuno corre di lasciarsi dominare dall’egoismo e di pretendere di usare l’altro/a da dominatore anziché accoglierlo/la come compagno/a di vita, nella parità di diritti e di doveri?
Chiediamo oggi perché possiamo essere utili gli uni per gli altri, anzi di saper portare i pesi gli uni degli altri e aiutarsi reciprocamente nella via del Signore, nella gioiosa attesa del Suo giorno.