Un messaggio di speranza in questo “tempore famis”. Ce lo consegna un grande artista amico di Romena, Simone Cristicchi.
Simone ci ha regalato una poesia inedita, “Il primo giorno del nuovo mondo”, nella quale immagina l’atteso momento in cui finirà questa fase di isolamento, di preoccupazione, di dolore.
Nel forzato ritiro collettivo di questi giorni, Simone ha già dato un prezioso contributo artistico: la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha infatti scelto la “Favola del colibrì e il leone”, da lui recitata, per la campagna nazionale si sensibilizzazione sul coronavirus.
In questo caso, invece, Simone ha mandato in avanscoperta la sua fantasia per esplorare il mondo che ci attende oltre l’emergenza: la sua poesia racconta un vero, nuovo inizio, nel quale l’umanità dimostrerà di aver fatto tesoro di questa severa lezione…
IL PRIMO GIORNO DEL NUOVO MONDO
Il primo giorno
del nuovo mondo
ci svegliammo
a un accenno dell’alba
salutando con gli occhi
il ritorno del sole.
Nell’aria un profumo
di pane sfornato
e un’improvvisa voglia
di capriole.
“Io sono qui” – disse il mondo
a raggi unificati
“E voi dove siete stati?”
Noi nella tana in letargo
a dormire
Noi coi gerani ad ornare
i balconi
Noi rinchiusi nei giorni
lunghi secoli
con l’unico scopo
di restare vivi.
Il primo giorno
del nuovo mondo
come soldati tornati dal fronte
ammutoliti dallo stupore
scendemmo tutti in strada,
nel silenzio interrotto soltanto
dai nostri “buongiorno”,
e da qualche risata.
I sopravvissuti
chiesero un sorso d’aria
l’abbraccio negato
rivedere il mare,
mangiare un gelato:
cose inestimabili
a buon mercato.
I bambini tornarono a scuola,
come andassero a una festa
dopo la lunga ricreazione.
Furono loro alla testa
della rivoluzione.
Il primo giorno
del nuovo mondo
fu il tempo di uscire
al di fuori di noi
dalla Terra imparammo
la grande lezione
rinati alla vita,
più umani di mai
Così al suo segnale,
in mondovisione
ci scrollammo di dosso
il mille e novecento
e i sospiri di sollievo
divennero il vento.